lunedì 1 dicembre 2008

Staminali: autotrapianto salva gamba a donna con ischemia critica

Staminali: autotrapianto salva gamba a donna con ischemia critica


Roma, 22 ott. (Adnkronos Salute) - Un autotrapianto di staminali ha salvato la gamba di una donna con ischemia critica. E, a 28 giorni dall'impianto di staminali autologhe sulla paziente con malattia irreversibile, l'intervento eseguito al Centro di ricerca e formazione ad alta tecnologia nelle scienze biomediche dell'Università Cattolica di Campobasso "può dirsi completamente riuscito sul piano del risultato chirurgico", spiegano i medici in una nota. "L'amputazione della gamba non è più necessaria, e al momento la paziente sta bene ed è tornata a camminare".

L'eccezionale intervento è stato eseguito il 23 settembre scorso, su una donna colpita da ischemia critica di un arto inferiore, che aveva gravi problemi di circolazione. Normalmente per i pazienti con queste patologie non esistono alternative all'amputazione. L'uso delle cellule staminali, spiegano i medici della Cattolica di Campobasso, si giustifica nella speranza di far 'rinascere' almeno in parte i vasi, tanto da assicurare per quanto possibile una circolazione e quindi mantenere in vita l'arto in via di necrotizzazione. Le staminali sono cellule non differenziate e specializzate, dotate della capacità di trasformarsi in qualunque altro tipo di cellula del corpo. Il loro uso prevalente oggi è in ematologia, per curare le leucemie e altri tumori del sangue con procedure come il trapianto di midollo. L'utilizzo in campo cardiovascolare è stato finora praticato solo in pochi Centri in Europa. Nel caso di Campobasso sono state usate 'cellule bambine' prelevate dal midollo osseo della stessa paziente, isolate nel corso dell'intervento stesso e reiniettate immediatamente.

Il progetto di ricerca è stato approvato dal Comitato etico dell'Università e finanziato con fondi dello stesso ateneo. Oggi la paziente è in buone condizioni, al controllo ambulatoriale non riferisce i dolori tipici della gangrena, la temperatura della gamba operata è normale e la donna da qualche giorno ha ripreso con prudenza a camminare.

L'obiettivo della sperimentazione, spiegano i componenti dell'equipe multidisciplinare coordinata da Francesco Alessandrini, direttore del Dipartimento di malattie cardiovascolari della Cattolica di Campobasso, "non è rivoluzionare le metodiche tradizionali di trattamento di queste patologie vascolari, che mantengono tutta la loro validità, ma di offrire un'ulteriore ed efficace possibilità ai pazienti in cui le altre terapie si sono dimostrate inefficaci". La sperimentazione è stata eseguita in stretta collaborazione con l'Unità operativa di Oncoematologia, diretta da Sergio Storti; il Dipartimento immagini, diretto da Giuseppina Sallustio; il Dipartimento dei Laboratori, diretto da Bruno Zappacosta, e il Dipartimento di Anestesia e terapia intensiva, diretto da Marco Rossi.



http://www.adnkronos.com/IGN/Salute/?id=3.0.2619780009

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