venerdì 24 luglio 2009

Febbre suina, verso vaccino per 15,4 mln di italiani

"Nessun limite ai viaggi perché di scarso impatto. Serve puntare su sorveglianza e corretta gestione dei casi"
Febbre suina, verso vaccino per 15,4 mln di italiani tra 2-27 anni. Welfare: acquistate 48 mln di dosi

ultimo aggiornamento: 22 luglio, ore 17:50
Roma (Adnkronos Salute) - Il ministro del Welfare Sacconi intervenendo al Question Time alla Camera: "I primi a essere vaccinati, entro la fine del 2009, saranno il personale sanitario e i soggetti a rischio per patologie". In totale, compresi bambini e i ragazzi, sarebbero immunizzate circa 24 milioni di persone , più di un terzo di connazionali. Al via in Australia i primi test di sperimentazione sull'uomo. Il commissario Ue: "In estate più casi visti i maggiori flussi turistici"
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Roma, 22 lug. (Adnkronos Salute) - Le autorità sanitarie italiane stanno considerando di vaccinare anche 15,4 milioni di italiani tra i 2 e i 27 anni contro il virus H1N1. "La vaccinazione pandemica sarà offerta prioritariamente al personale sanitario -ha precisato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, intervenendo oggi al Question Time alla Camera- che dovrà assistere i malati, e ai soggetti a rischio per patologie: per un totale di 8,5 milioni di soggetti entro la fine del 2009. Poiché i bambini e i giovani sono più facilmente suscettibili di tale infezione, e quindi potenziali serbatoi di diffusione, si sta considerando di vaccinare anche la fascia di popolazione, 15,4 milioni di soggetti tra 2 e 27 anni da gennaio 2010".




Dunque in totale, se venissero immunizzati anche i bambini e i ragazzi, si tratterebbe di vaccinare circa 24 milioni di persone nel Paese, più di un terzo degli italiani. Non a caso, il ministro Sacconi ha detto che "un ciclo vaccinale è costituito da 2 dosi di vaccino, pertanto verranno acquisite 48 milioni di dosi di vaccino pandemico dalla fine di novembre a gennaio 2010".

Sacconi fa sapere anche che in Italia è previsto un aumento di casi "ma non desta particolare preoccupazione. Sia perché questo nuovo virus è responsabile di una sintomatologia più leggera dell'influenza stagionale, sia perché è disponibile una rete di servizi sanità pubblica in grado di condurre tempestive indagini sui casi sospetti e confermati, e per la ricerca dei contatti". Insomma, i filtri per tenere il virus A/H1N1 lontano dalla Penisola finora hanno retto. "In Italia le misure di sorveglianza e controllo finora adottate hanno consentito di limitare il numero di casi di nuova influenza a 320, di cui solo 4 non legati a viaggi. In Europa - ha aggiunto - sono 17.181 di cui 10.169 nella sola Gran Bretagna".

E ci tiene a precisare che sull'apertura delle scuole non c'è stato nessun dissenso nel Governo, tornando sulle dichiarazioni del viceministro alla Salute rilasciate qualche giorno fa, a cui sono seguite molte polemiche. Poi ricorda che contro la diffusione dell'influenza A "l'Oms non ha raccomandato la chiusura delle frontiere e la restrizione dei viaggi internazionali", misure che hanno "scarso impatto sulla diffusione dell'infezione".

Intanto sono partite le prime sperimentazioni sull'uomo per testare il vaccino. A dare il via ai test è l'Australia, uno dei Paesi più colpiti dal virus H1N1 con oltre 14.700 contagi e 41 vittime all'attivo. Due aziende biotecnologiche, la Vaxine e la Commonwealth Serum Laboratories (Csl), hanno iniziato le sperimentazioni su 540 volontari adulti.

A indurre il governo di Canberra a correre rapidamente ai ripari, il fatto che nel Paese sia ormai alle porte la stagione dell'influenza tradizionale, il che potrebbe 'incattivire' il virus H1N1 rendendolo maggiormente aggressivo. Intanto le due aziende stanno testando il vaccino somministrandone una dosa singola ad alcuni e una doppia ad altri volontari: obiettivo determinarne i dosaggi. In seconda battuta, ovvero nei primi giorni di agosto, inizieranno le sperimentazioni sui bambini. Ci vorranno sette mesi prima che i test vengano completati, ma la Csl ritiene che i primi risultati saranno sufficienti per iniziare le vaccinazioni gia' in ottobre.

Dal canto suo l'Ue ha fatto sapere che il numero di persone contagiate dalla nuova influenza A aumenterà nel corso dell'estate. Ad affermarlo il commissario europeo alla Salute, Androulla Vassiliou, invitando i cittadini europei a mantenere la calma e restare vigilanti. "Ci aspettiamo che il numero dei contagi registrerà un aumento durante il periodo estivo, visti i maggiori flussi turistici", ha detto Vassiliou nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles, aggiungendo: "Temiamo inoltre che in autunno la normale influenza stagionale possa unirsi alla pandemia aumentando la mortalità". In ogni caso, ha spiegato ancora il commissario, "ai cittadini europei dico che si devono sentire sicuri perché saranno informati. Bisogna mantenere la calma e restare vigilanti perche' nessuno di noi sa come questo virus evolvera'".

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/?id=3.0.3570777537

LA DIFTERITE

difterite
La difterite è una malattia infettiva acuta provocata dal batterio Corynebacterium diphtheriae. Una volta entrato nel nostro organismo, questo agente infettivo rilascia una tossina che può danneggiare, o addirittura distruggere, organi e tessuti. Gli organi coinvolti variano a seconda del tipo di batterio: il più diffuso colpisce la gola, il naso e talvolta le tonsille, mentre un altro tipo, presente soprattutto nelle zone tropicali, provoca ulcere della pelle. Più raramente, l’infezione coinvolge la vagina o la congiuntiva.



Per quanto possa colpire a qualsiasi età, la difterite riguarda essenzialmente i bambini non vaccinati. Nei Paesi con clima temperato, si diffonde durante i mesi invernali.



Modalità di trasmissione

La difterite si trasmette per contatto diretto con una persona infetta o, più raramente, con oggetti contaminati da secrezioni delle lesioni di un paziente. In passato, anche il latte non pastorizzato ha rappresentato un veicolo di infezione.



Segni e sintomi

Il periodo di incubazione dura da due a cinque giorni. Quando l’infezione riguarda l’apparato orofaringeo, i primi sintomi sono mal di gola, perdita dell’appetito e febbre leggera. Entro due o tre giorni, sulla superficie delle tonsille e della gola si forma una caratteristica membrana grigiastra, dai margini infiammati. Talvolta queste lesioni possono sanguinare e assumere un colore verdastro o nero. Altri sintomi associati all’infezione possono essere gonfiore del collo e ostruzione delle vie respiratorie.



Generalmente la malattia ha un decorso benigno, ma in alcuni casi possono insorgere complicanze gravi a livello cardiaco: aritmie, con rischio di arresto cardiaco, miocardite, insufficienza cardiaca progressiva.



Diagnosi

La difterite va sospettata nella diagnosi differenziale nelle seguenti patologie: faringiti batteriche e virali, mononucleosi infettiva, sifilide orale, candidosi, angina di Vincent. La diagnosi viene confermata dall’esame batteriologico delle lesioni.



Trattamento e prevenzione

Gli individui che sviluppano la malattia vanno trattati immediatamente con l’antitossina e antibiotici (eritromicina o penicillina), quindi messi in isolamento per evitare che contagino altre persone. In genere, già dopo due giorni di terapia non sono più contagiosi.



La strategia più efficace contro la difterite resta la vaccinazione preventiva. Disponibile fin dal 1920, il vaccino antidifterico contiene la tossina batterica, trattata in modo da non essere più tossica per l’organismo, ma comunque in grado di stimolare la produzione di anticorpi protettivi da parte del sistema immunitario.


Solitamente, il vaccino antidifterico viene somministrato in combinazione con quello contro il tetano e contro la pertosse (DTP). Inoltre, oggi si tende a vaccinare i nuovi nati con il vaccino esavalente, che protegge anche contro la poliomielite, l’epatite virale B e le infezioni invasive da Haemophilus influenzae B. Il vaccino è consigliato a:

tutti i bambini nel primo anno di vita
tutti gli adulti non vaccinati
i viaggiatori che si recano nelle zone dove la malattia è endemica.
Il ciclo di base del vaccino è costituito da tre dosi, da praticare al terzo, quinto e dodicesimo mese di vita del bambino. Successivamente vengono eseguite due dosi di richiamo, all’età di 6 e 14 anni. A ciclo ultimato, la vaccinazione antidifterica conferisce una protezione pressoché totale. Per conservare una buona immunità, si possono fare ulteriori richiami ogni dieci anni.

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