giovedì 26 febbraio 2009

Cervello, colonna sonora risveglia i ricordi

Cervello, colonna sonora risveglia i ricordi
Mar 24 Feb - 2009

ROMA - Nel cervello e' incisa la colonna sonora della nostra vita e c'e' un 'juke box' che, non appena sentiamo una vecchia canzone legata a un episodio importante del nostro passato, fa risuonare in noi il ricordo di quell'evento e risveglia le stesse emozioni che provammo allora. Si tratta di un 'hub' neurale che lega la musica che riconosciamo come familiare ai nostri ricordi ed emozioni. Continua a Resa nota sulla rivista Cerebral Cortex, la scoperta si deve a ricercatori della Universita' della California presso Davis. Questo 'hub' e' localizzato nella corteccia mediale prefrontale, un'area in prossimita' della fronte. La sua funzione e' associare la musica ad eventi particolari cui fa da sottofondo, eventi che nel momento in cui accadono vengono incisi nel nostro hard disk cerebrale, l'ippocampo, sotto forma di ricordi duraturi. L'hub quindi e' un punto di snodo neurale tra corteccia uditiva e memoria, che si attiva quando ci capita, anche dopo anni, di riascoltare quel brano che ha 'segnato' la nostra vita. Attivandosi suscita 'nostalgia' in noi e ci induce a rievocare il momento in cui quella canzone ci e' entrata nel cuore e anche le emozioni che abbiamo provato in quel momento. Che siano pezzi di vecchie stagioni sanremesi o brani firmati da indiscussi miti del rock, ognuno di noi porta nel cuore una compilation che fa da colonna sonora della nostra vita. Ma finora non si conoscevano gli ingranaggi cerebrali che permettono a una canzone di richiamare in noi ricordi ed emozioni del passato. Diretti da Petr Janata, i neurologi hanno scoperto il meccanismo: hanno lasciato ascoltare a un gruppo di studenti universitari una selezione di 30 brani famosi, assurti alla vetta delle classifiche quando i volontari avevano tra 8 e 18 anni. Mentre i giovani ascoltavano, i ricercatori hanno monitorato il loro cervello con la risonanza, poi hanno chiesto loro di compilare un questionario per valutare quali delle 30 canzoni avessero per loro un valore particolare, quali fossero legate a un ricordo e l'importanza di quest'ultimo. Ebbene e' emerso che all'ascolto delle canzoni che legavano a un ricordo clou della loro vita, nel loro cervello corrispondeva l'attivazione della corteccia mediale prefrontale. E' qui dunque che la musica fa risuonare le corde della nostra memoria. Poiche' quest'area e' una delle ultime a venir danneggiate dal morbo di Alzheimer, conclude Janata, lo studio suggerisce l'utilita' della musicoterapia contro la demenza senile: la musica potrebbe risvegliare in questi soggetti flebili barlumi di memoria.(ANSA)



http://it.notizie.yahoo.com/10/20090224/tts-cervello-colonna-sonora-risveglia-i-97cd5f9_1.html?printer=1

Ricerca: Interruttore Del Silenzio Nel Cervello

Ricerca: Interruttore Del Silenzio Nel Cervello, Spegne Rumori Molesti
Gio 26 Feb - 2009

Roma, 26 feb. (Adnkronos Salute) - Scoperto nel cervello l'interruttore del silenzio. Spegne i rumori di sottofondo molesti o inutili, mentre siamo concentrati su qualcosa: ad esempio i sussurri dei compagni durante un compito in classe, o il rumore delle dita del vicino di scrivania che corrono sulla tastiera. A individuare questo sofisticato meccanismo sono i ricercatori americani diretti da Helen Barbas dell'Università di Boston, che in uno studio su 'Neuron' descrivono il funzionamento dell'interruttore. Spiegando che, in caso alterazioni, proprio questo meccanismo può contribuire alla schizofrenia.

"L'abilità di concentrarci sulle informazioni rilevanti, ignorando il rumore inutile, è importante per riuscire a eseguire i compiti quotidiani", sottolinea la Barbas. Insieme alla collega Maria Medalla, la ricercatrice ha esaminato i meccanismi sinaptici per la selezione e la soppressione di segnali coinvolti nella memoria di lavoro (quella che ci permette di ricordare per poco tempo un numero di telefono continuando a ripeterlo dopo averlo letto dall'elenco telefonico, prima di averlo composto). In particolare, le studiose si sono concentrate su sottili interazioni sinaptiche nelle aree cerebrali coinvolte nell'attenzione.

"La corteccia prefrontale dorsolaterale e la corteccia cingolata anteriore sono due aree che concentrano l'attenzione sui segnali importanti e spengono il rumore durante i compiti cognitivi. Ma la loro comunicazione sinaptica e il ruolo nel controllo cognitivo erano poco note", spiega la Barbas.

Così le studiose hanno indagato più a fondo, scoprendo una sorta di filo dell'interruttore che collega due aree nella prima zona del cervello con una nella seconda, e consente appunto di fare attenzione agli stimoli rilevanti, annullando gli altri. Un larga fibra nervosa legata alla corteccia cingolata anteriore collega selettivamente i neuroni inibitori che aiutano a spegnere i 'fastidiosi' neuroni eccitatori vicini.

Insomma, è proprio la corteccia cingolata anteriore ad avere l'impatto maggiore nel ridurre il rumore. Questo meccanismo cerebrale è spesso alterato nella schizofrenia, patologia che è associata a una ridotta attività in quest'area del cervello. L'interruttore nella corteccia cingolata anteriore può aiutare a fare silenzio intorno a noi, stimolando i neuroni inibitori nella corteccia prefrontale dorsolaterale. "Un meccanismo che non funziona correttamente nella schizofrenia, con un'alterazione del delicato equilibrio tra eccitazione e inibizione dei neuroni chiave", conclude la Barbas.



http://it.notizie.yahoo.com/7/20090226/thl-ricerca-interruttore-del-silenzio-ne-6a24347.html?printer=1

Ottimisti si nasce, parola di scienziati

Ottimisti si nasce, parola di scienziati
Gio 26 Feb - 10.38


Qual è la vostra visione del mondo? Vedete il bicchiere mezzo vuoto anche quando tutto fila per il verso giusto, oppure siete in grado di mantenere il buonumore anche con la macchina in panne abbandonata nel bel mezzo di un'autostrada in un giorno di pioggia? Continua a leggere questa notizia



Qualunque sia la vostra risposta, sappiate che il vostro grado di ottimismo sembra essere strettamente legato a un gene, e quindi impossibile da modificare. La conclusione viene da una ricerca condotta da un gruppo di psicologi inglesi della Essex University, che sembra aver identificato il gene responsabile della visione positiva e ottimistica del mondo e delle diverse situazioni che lo caratterizzano. “Coloro che possiedono questo gene”, sostengono i ricercatori, “tendono a prestare meno attenzione agli aspetti negativi e si concentrano invece sul lato positivo della vita”. Tendono quindi ad essere più socievoli e spensierati, e ad avere più fiducia negli altri rispetto a non-portatori del gene, che sono invece più scettici e sfiduciati, e tendono a soffrire maggiormente di disturbi d'ansia e depressione.

Nello studio, i ricercatori hanno sottoposto 100 volontari a una serie di immagini “positive” raffiguranti ad esempio una coppia di fidanzati che si abbracciavano e immagini “negative” riportanti invece scene di rapina. Analizzando le reazioni dei volontari alla vista delle immagini, gli psicologi hanno concluso che i portatori del cosiddetto “gene dell'ottimismo” tendevano a prestare maggiore attenzione alle immagini positive, al contrario degli altri che rimanevano invece maggiormente abbagliati dalle immagini della rapina. Secondo i ricercatori, la presenza del gene sarebbe direttamente implicata nella produzione da parte del nostro cervello di serotonina, il neurotrasmettitore responsabile della nostra condizione di felicità e ottimismo nei confronti del mondo.

Fonte: Fox E et al. Looking on the bright side: biased attention and the human serotonin transporter gene. Proc R Soc B; 25 febbraio 2009. doi:10.1098/rspb.2008.1788.

stefano massarelli



http://it.notizie.yahoo.com/25/20090226/thl-ottimisti-si-nasce-parola-di-scienzi-bd646f4.html?printer=1

Perché i capelli diventano grigi?

Perché i capelli diventano grigi?
Gio 26 Feb - 11.36


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Forum: Stress

I capelli diventano grigi a causa di un complesso processo chimico che parte dall'interno del capello stesso e lo “trasforma”. È quanto sostengono i ricercatori dell’Università di Bradford in uno studio pubblicato sulle pagine del FASEB Journal, la rivista della Federation of the American Societies for Experimental Biology. Il processo, spiegano gli autori, ha inizio come conseguenza dell'abbassamento dei livelli un enzima chiamato catalasi, che ha il compito di contrastare l'azione del perossido d'ossigeno (meglio conosciuto come acqua ossigenata) contenuto nel capello e diretto responsabile dell'imbiancamento senile. Il perossido d'ossigeno, infatti, blocca la produzione di melanina, pigmento che dà il colore ai capelli.

Ci troviamo di fronte a una forma di “stress ossidativo” dei bulbi piliferi, continuano gli autori, che provoca un progressivo e inesorabile incanutimento. Comprendere a fondo questo meccanismo potrà forse in un futuro non troppo lontano rendere questo processo reversibile o almeno rallentabile.

Fonte: Senile hair graying: H2O2-mediated oxidative stress affects human hair color by blunting methionine sulfoxide repair. FASEB J 2009; doi:10.1096/fj.08-125435.

stefania mengoni



http://it.notizie.yahoo.com/25/20090226/thl-perche-i-capelli-diventano-grigi-bd646f4.html?printer=1

Grasso killer, uccide quanto 10 sigarette al giorno. Ma rischia anche anche chi è sottopeso

Lo studio pubblicato sul British Medical Journal

Grasso killer, uccide quanto 10 sigarette al giorno. Ma rischia anche anche chi è sottopeso

Ricerca del Karolinska Institute: essere 'rotondetto' da giovani aumenta del 30% i rischi per la salute e il non fumatore grasso corre esattamente gli stessi pericoli del fumatore over-size


Roma, 26 feb. - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Non fumare vi fa sentire in pace con la vostra coscienza? Non cantate vittoria se avete problemi con la bilancia. Uno studio svedese del celeberrimo Karolinska Institute mostra, infatti, che i chili di troppo 'nuocciono gravemente alla salute', aumentando il rischio di morte prematura esattamente come fanno 10 o piu' 'bionde' al dì. Attenzione, però: neanche chi è sottopeso puo' tirare un sospiro di sollievo. Se infatti si esagera i rischi per la salute lievitano ugualmente.

I numeri parlano chiaro, e promettono di far tremare un esercito di 'rotondetti' e pesi piuma in erba. Nel loro studio, che ha guadagnato le pagine della rivista British Medical Journal, i ricercatori svedesi hanno esaminato 45.920 uomini nati tra il '49 e il '51, monitorando i dati relativi al loro peso sui registri del servizio militare, ovvero negli anni in cui erano poco più che maggiorenni. Da qui, analizzando le circa 3 mila morti che erano state registrate nel campione col trascorrere degli anni, hanno potuto tirare le somme e giungere a delle conclusioni insolite, almeno per i più. Le bionde, infatti, ne escono con le ossa rotte, ma i chili di troppo sembrano aver la peggio. Essere sovrappeso da giovani o fumare 10 o più sigarette al dì aumenta del 30% i rischi per la salute. Il dato che forse impressiona di più, poi, è che il non fumatore grasso corre esattamente gli stessi rischi del fumatore over-size.

Stessi pericoli per chi è fortemente sottopeso. Ma c'è da precisare che i magrolini, ovvero quelli con un indice di massa corporea (Bmi) inferiore a 18,5, non hanno mostrato un aumento del rischio di morte precoce, indipendentemente dal fatto che fossero fumatori o meno. Le brutte notizie, invece, sono destinate ai giovani 'pelle e ossa', con un Bmi pari o inferiore a 17. Per loro, infatti, i pericoli erano gli stessi con cui facevano i conti rotondetti e fumatori, né più né meno.

A cavarsela meglio, naturalmente, le persone con un peso nella norma, ovvero in forma senza eccessi che penalizzino, in un verso o nell'altro, l'ago della bilancia. Ian Campbell, a capo della 'Weight Concern', definisce i risultati dello studio "estremamente interessanti". "Quanto un paziente fumatore e in sovrappeso ci chiede consiglio - fa notare - noi lo invitiamo sempre, come prima cosa, a dire addio alle sigarette, considerandole piu' dannose. Questo studio ci suggerisce altro". Intanto in Gb, alla luce dei risultati della ricerca svedese, Betty McBride della British Heart Foundation ha chiesto al Governo di impegnarsi nella lotta ai chili di troppo con la stessa risolutezza con cui l'Esecutivo ha intrapreso la guerra alle bionde. "Il numero dei giovani in sovrappeso e obesi e' in aumento - sottolinea McBride - Senza affrontare questo problema ora, la prossima generazione potrebbe crescere con molti piu' problemi di salute rispetto ai loro genitori".

http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=3.0.3056335928

mercoledì 25 febbraio 2009

ADDIO AL VELENOSO TERMOMETRO AL MERCURIO

il Giornale.it
n. 48 del 2009-02-25 pagina 21

Termometro amico?
Macchè, un killer
di Massimo M. Veronese

Per anni ci ha amorevolmente misurato la febbre ma dal 3 aprile sarà messo al bando. Colpa del mercurio: è super tossico. Lo sostituirà un sosia di vetro che non ha effetti nocivi
Pensare che ti teneva compagnia, sotto le coperte, nascosto tra le ascelle, un po’ freddino, ma si scaldava subito. Era l’unico conforto quando, bambino, finivi a letto malato, la luce che arrivava appena dalla stanza di là, dove i tuoi aspettavano il verdetto finale. Era un giudice, ma buono, un complice che si faceva manipolare senza fiatare per evitarti una giornata di scuola, un compagno di giochi magico, quando si rompeva la colonnina. Praticamente un assassino, un nemico bastardo che si prendeva la tua fiducia e te la restituiva con una pugnalata alle spalle, che si infilava nel tuo letto per avvelenarti peggio di Lucrezia Borgia.

Il vecchio caro termometro a mercurio ha le ore contate, la latitanza, grazie a dio, è finita. Dal tre aprile prossimo anche l’ultimo tubicino di vetro numerato finirà di esistere, era stato condannato a morte dodici anni fa, la domanda di grazia era stata respinta il 30 luglio scorso con l'entrata in vigore di un decreto ministeriale che, obbedendo a una direttiva approvata dal Parlamento europeo, lo dichiarava indesiderato su tutto il territorio.

Il termometro è quasi un’arma di distruzione di massa, è il mercurio che ha dentro che uccide, altamente tossico, radioattivo, cancerogeno. E magari voi da piccoli ci mettevate le dita dentro. Era come maneggiare una pistola. Metallo pesante. Che anche a dosi relativamente basse, può causare danni al sistema nervoso.
In questi anni lo hanno pedinato con attenzione: la presenza del contaminante è stata accertata attraverso una serie di rilievi nei pesci e nei molluschi di molte zone costiere del Mediterraneo. Quelli che poi finiscono sulla nostra tavola. La legislazione europea, a dire la verità, sono anni che ha ridotto l’uso e le emissioni di mercurio, ma i suoi effetti nefasti proprio sull'ambiente marino hanno preteso un giro di vite più pesante. E le misure più drastiche peseranno sull'Europa, che del mercurio è il principale fornitore mondiale.

E così si chiude un’altra epoca, un altro oggetto che sembrava eterno si fa consegnare al passato ed è meglio così: se il mondo fatica a cambiare sono le cose che lo fanno al posto suo. Rivoluzioni tascabili che spediscono oggetti e abitudini a une generazione fa. I vecchi termometri ancora a piede libero verranno messi nelle condizioni di non nuocere, per evitare che il mercurio che portano nella fondina finisca tra i rifiuti e quindi, nell’ambiente, sono esclusi dalla caccia i termometri della nonna che hanno più di mezzo secolo e i barometri a mercurio, che avranno vita solo fino al tre ottobre. E allora come ci misureremo la febbre? Non si sa. Sul mercato c’è un termometro in vetro che contiene una lega di Gallio, Indio e Stagno che si chiama Galinstan. Misura la temperatura in tre minuti ed pulito che più pulito non si può. Ma se devi bigiare non ci contare. Questo è uno spione...


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martedì 24 febbraio 2009

Presto possibile creare in provetta un dente completo

Presto possibile creare in provetta un dente completo
Individuato gene che induce produzione smalto dentario
postato 3 ore fa da APCOM
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usa/ new york, aspirante modello…
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Roma, 24 feb. (Apcom) - Creare in provetta un dente completo, compreso di dentina e smalto, potrebbe diventare presto possibile, grazie ad uno studio americano pubblicato oggi su Proceedings of the National Academy of Sciences, nel quale ricercatori del College of Pharmacy della Oregon State University riferiscono di aver individuato il gene che fa crescere lo smalto dei denti, quel rivestimento esterno duro e protettivo che avvolge la corona (la porzione emersa del dente). Fino ad ora gli scienziati nei loro tentativi non erano riusciti a far crescere in laboratorio un dente completo di questa sostanza altamente mineralizzata e si erano dovuti fermare alla sola parte interna. Il gene in questione, si chiama Ctip2, un fattore di trascrizione, che è coinvolto in diverse funzioni: dalla risposta immunitaria, allo sviluppo della pelle e dei nervi. Per verificare se questo gene multifunzione regolava anche la produzione degli ameloblasti, le cellule che secretano lo smalto dentario, Chrissa Kioussi e colleghi hanno utilizzato embrioni di topolini privati di Ctip2 ed hanno visto che pur formandosi la radice e l'abbozzo del dente, cioè la corona, non si formava lo strato esterno e cioè lo smalto. "Aver identificato questo fattore di trascrizione per il controllo della formazione e maturazione degli ameloblasti e poterlo controllare, in associazione con la tecnologia delle cellule staminali - spiega Kioussi - potrebbe portarci un giorno alla possibilità di creare artificialmente denti del tutto funzionali." Questa scoperta, inoltre, potrebbe essere usata, come hanno auspicato gli autori della ricerca, per rinforzare lo smalto dentario al fine di prevenire la formazione di carie ed evitare di ricorrere alle fastidiose otturazioni; oppure per ripararlo quando viene danneggiato dal fumo. Ma ci vorrà ancora molto lavoro e molta ricerca per arrivare alle applicazioni sull'uomo. "Ma quando tutto questo sarà possibile - conclude Kioussi - ci sarà una trasformazione completa del concetto di salute dentale".


http://notizie.virgilio.it/notizie/scienze_e_tecnologie/2009/02_febbraio/24/presto_possibile_creare_in_provetta_un_dente_completo,18116366.html

TRATTAMENTI COMBINATI NUOVA FRONTIERA ANTIRUGHE

TRATTAMENTI COMBINATI NUOVA FRONTIERA ANTIRUGHE

(AGI) - Milano, 23 feb. - Dalla 12ma edizione del Congresso di Medicina Estetica SIES di Bologna, appena concluso, l'utilizzo di tecniche combinate si conferma vincente. "Abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti nelle tecniche anti-age", spiega Raoul Novelli, chirurgo plastico e medico estetico, tra i primi a sperimentare e utilizzare le tecniche piu' innovative. "La vera novita' che supera i traguardi della chirurgia estetica - dice Novelli - e' data dalla combinazione di tre trattamenti che permettono di ottenere risultati sorpendenti. In seguito a studi fatti per soddisfare le richieste dei miei pazienti sono arrivato a definire un trattamento mirato grazie alla sinergia di luce pulsata, radiofrequenza ed elettroporazione che, se utilizzate singolarmente, non garantiscono gli stessi risultati". La luce pulsata, chiarisce l'esperto, "e' un trattamento che viene effettuato per contrastare l'invecchiamento cellulare della pelle del viso. Utile contro macchie solari e capillari superficiali, agisce grazie ad un'irradiazione luminosa che va in profondita' di circa 0.5 mm fino a richiamare elastina e collagene la cui stimolazione migliora considerevolmente il tono cutaneo e l'aspetto generale della pelle". Il risultato del ringiovanimento diventa evidente dopo tre, quattro sedute eseguite a distanza di due settimane circa l'una dall'altra, dove sara' assolutamente visibile l'attenuazione di rughe, viso e decollete'. "Si passa poi al secondo step con la radiofrequenza, tecnica con una potente azione antiaging, rimodellante e di ristrutturazione cutanea. Dopo il trattamento si osserva un miglioramento del microcircolo e una corretta ripartizione del tessuto fibroso con eliminazione di eventuali noduli antiestetici. Con la radiofrequenza si possono trattare quasi tutte le parti del corpo: efficace su viso ma anche su braccia, addome, cosce e glutei contro gli inestetismi della cellulite". L'ultima fase e' l'elettroporazione, una vera novita' che la scienza ha messo a punto per consentire ai prodotti di penetrare nei tessuti a livello profondo senza l'utilizzo di aghi. "Il sistema di elettroporazione permettera' di trattare inestetismi come cellulite e adiposita' localizzata, indicato contro rughe e tonificazione viso, cosi' come idratazione e nutrizione della pelle, ottimo per il rassodamento di glutei e seno. Con una rapida penetrazione diretta dei principi attivi si ottengono risultati eccellenti, senza dolore, e senza bisturi". "Quello che rende questo trattamento competitivo e strategico - conclude Novelli - e' la possibilita' di utilizzare prodotti cosmetici mirati e che siano realmente assorbibili all'interno della pelle grazie appunto a dalle onde elettromagnetiche che li veicolano in profondita'".



http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200902231719-hpg-rsa0054-art.html

SESSO: LA MUSICA INFLUENZA LE ABITUDINI DEI GIOVANI

SESSO: LA MUSICA INFLUENZA LE ABITUDINI DEI GIOVANI

(AGI) - Roma, 24 feb. - Gli adolescenti iniziano troppo presto a fare sesso? Forse dipende dalla musica che ascoltano. Lo rivela uno studio condotto dalla Pittsburgh University su 711 giovani a cui sono state fatte domande sulla loro vita sessuale e sulle loro preferenze musicali. Secondo i ricercatori dell'universita' americana, infatti, chi ascolta canzoni che contengono all'interno del testo frasi esplicite e degradanti riferite al sesso hanno "il doppio di probabilita', rispetto ai loro coetanei che ascoltano un altro genere di brani, di fare sesso". Molti esperti pero', soprattutto i medici, rimangono scettici e ritengono troppo semplicistico collegare le abitudini sessuali degli adolescenti alla musica che ascoltano. Per il dottor Brian Primack, a capo del gruppo dei ricercatori che hanno condotto lo studio, "i genitori dovrebbero parlare di sesso con i loro figli e inserire in questi discorsi anche riferimenti alla musica che ascoltano". Sulla ricerca da lui condotta, Primack comunque non si sbilancia ma ammette che dai risultati "sembrerebbe certamente esserci un collegamento tra musica attivitৠsessuale degli adolescenti".



http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200902241321-att-rsa0016-art.html

UN'ITALIANA SU 8 MALATA DI ENDOMETRIOSI

UN'ITALIANA SU 8 MALATA DI ENDOMETRIOSI

AGI) - Roma, 24 feb. - Mal di pancia, forti dolori mestruali, disturbi ciclici urinari o intestinali, dolori durante i rapporti sessuali. Potrebbero essere i sintomi di una malattia diffusissima e misteriosa: l'endometriosi. Ben tre milioni di donne ne sono colpite solo in Italia, circa una su otto, ma nella fascia di eta' 29-39 anni ne e' affetta addirittura una su due. Con rischi non da poco: dal 30 al 40% delle malate arriva all'infertilita', e ci sono anche casi di tumore ovarico (fino al 3%) o di Hpv. Pochissime di queste donne sanno di essere malate, tanto che in media c'e' un ritardo di nove anni tra la comparsa dei primi sintomi e la diagnosi. Per questo il Ministero della Salute, in collaborazione con l'Azienda Ospedaliera Sant'Andrea di Roma, ha varato una campagna di comunicazione capillare (dal titolo "Quello che non so di me") per favorire una connoscenza migliore dei sintomi dell'endometriosi, stimolare il ricorso al medico di fiducia, prevenire il rischio infertilita'. Il tutto tramite un video di tre minuti, realizzato da giovani e destinato ai giovani (con la colonna sonora dei Velvet), che sara' proiettato fino al 16 marzo nelle 172 sale del circuito Warner Village Cinemas. E poi opuscoli informativi, locandine, calendari e messaggi radiofonici. "L'endometriosi e' una malattia silenziosa - ha spiegato il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, che ha presentato l'iniziativa insieme al direttore generale del Sant'Andrea Vitaliano De Salazar e al prof. Massimo Moscarini - a cui spesso le donne non danno peso finche' il dolore non e' forte. Comporta aspetti invalidanti, come le assenze dal lavoro, e il rischio di infertilita'. Per questo il 9 marzo faremo un convegno al Ministero, mentre un Gruppo di Studio nazionale si riunira' per fornire ai ricercatori uno strumento utile per lo sviluppo di una ricerca interdisciplinare per chiarire gli aspetti ancora sconosciuti della patologia". L'endometriosi infatti, pur cosi' diffusa, e' un mistero: tecnicamente, spiega il prof. Moscarini, capodipartimento di Ginecologia al S.Andrea, "e' una malattia estrogeno-dipendente in cui il tessuto endometriale determina delle lesioni al di fuori dell'utero". Tuttavia "non esiste ad oggi alcun protocollo terapeutico riconosciuto e la maggior parte delle attuali cure mediche non sono adatte a lungo termine a causa degli effetti collaterali". Difficile anche una diagnosi efficace, senza contare la terapia, "che ha un grosso problema di recidiva, fino al 35%". Serve insomma ancora uno sforzo per far luce sulla malattia: tuttavia, denuncia Moscarini, "la ricerca sull'endometriosi e' scarsamente finanziata, probabilmente a causa della difficolta' di sviluppare proposte di ricerca competitive su una malattia compessa e poco comprensibile, che colpisce esclusivamente le donne".

http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200902241322-att-rsa0017-art.html

IL COLOSSEO SI ACCENDE PER CAMPAGNA CONTRO POLIO

IL COLOSSEO SI ACCENDE PER CAMPAGNA CONTRO POLIO

AGI) - Roma, 23 feb. - Alle 20:00 in punto di stasera il logo 'End Polio Now' illuminera' la facciata del Colosseo rivolta ai Fori Imperiali. Nello stesso momento, l'identica immagine si accendera' su edifici celebri nel mondo, dal Palazzo delle Nazioni Unite a New York al Parlamento di Londra, dall'Opera House di Sydney alla Table Mountain di Citta' del Capo. La scritta restera' impressa sul Colosseo fino all'alba di martedi' e dara' il via alla campagna per lo sradicamento della poliomielite promossa da Rotary International con una prima mega-sottoscrizione di 255 milioni da parte della Fondazione Bill & Melinda Gates. Il Rotary, da parte sua, si e' impegnato a raccogliere 200 milioni di dollari tra i soci in tre anni. Le sovvenzioni saranno distribuite attraverso l'Oms e l'Unicef ai quattro Paesi dove il poliovirus selvaggio resiste ancora: Afghanistan, India, Pakistan e Nigeria. "Il partenariato tra Rotary e Fondazione Gates", ha rilevato Dong Kum Lee, presidente del Rotary International, "offre l'opportunita' storica per liberare definitivamente il mondo da una malattia che deruba i bambini del loro futuro". La lotta alla poliomielite costituisce dal 1985 una priorita' del Rotary, che da allora ha raccolto 800 milioni di dollari, con l'effetto di ridurre del 99 per cento la diffusione della malattia nel mondo. Con la nuova campagna mondiale si propone di spazzare via il rimanente 1 per cento. Alla mobilitazione hanno gia' aderito ufficialmente i governi di Germania (130 milioni di dollari stanziati) e Gran Bretagna (150 milioni). In totale, la raccolta-base per i prossimi tre anni si puo' calcolare in 605 milioni di dollari. Francia e Italia hanno finora contribuito con circa 35 milioni a testa e, dopo l'annuncio dato da Bill Gates, il Regno Unito ha deciso un ulteriore contributo di 150 milioni e la Germania ha devoluto alla causa altri 80. Il tema, sara' discusso, come nelle passate edizioni, anche al prossimo G8 che si svolgera' tra pochi mesi in Italia. Testimonial dell'evento del Colosseo, guidato dalla giornalista Paola Saluzzi, sara' Dino Zoff, campione del mondo con la nazionale italiana di calcio nel 1982. Sara' Zoff ad accendere il logo sul Colosseo in una cerimonia cui prenderanno parte, tra gli altri, Alberto Cecchini governatore distrettuale del Rotary 2080, Carlo Ravizza, Past President del Rotary International (uno dei due italiani che hanno guidato l'associazione nella sua storia ultracentenaria), Roberto Salvan, direttore generale Unicef Italia, Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa Film, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, oltre a esponenti della Fondazione Melinda & Bill Gates,. Con l'occasione Giampaolo Letta annuncera' un'altra iniziativa del Rotary in accordo con Medusa Film: la visione in anteprima di 'Verso l'Eden', di Costa Gavras e con Riccardo Scamarcio, in 28 sale di 24 citta' italiano. L'intero incasso sara' devoluto al programma contro la poliomielite.

http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200902230923-hpg-rsa0004-art.html

OBESITA', LA CHIAVE IN UN UNICO GENE

OBESITA', LA CHIAVE IN UN UNICO GENE

(AGI) - Londra, 23 feb. - La chiave per controllare l'obesita' e' in un singolo gene, che controlla il meccanismo con cui il nostro corpo brucia energia. E' la scoperta di un team i scienziati dell'Universita' di Dusseldorf, in Germania, il cui studio e' stato pubblicato sulla rivista Nature. E' il gene Fto il "colpevole" dell'obesita', la ragione per cui c'e' chi rimane magro pur essendo inattivo e mangiando cibo spazzatrura e chi ingrassa magari con un regime di vita piu' regolare. Da tempo gli scienziati si concentrano su questo gene, ma quest'ultima scoperta cambia radicalmente l'approccio: le variabili del Fto da un individuo all'altro non influiscono sulla quantita' di cibo che si e' portati a ingerire, ma sul metabolismo. E' il tasso con cui si brucia energia a cambiare anche drasticamente, permettendo ai piu' fortunati di non mettere su chili di troppo anche se si abbuffano. I ricercatori tedeschi, gidati dal Dott. Ulrich Ruther, hanno infatti appurato che i topi privi del gene Fto rimanevano magri nonostante mangiassero grandi quantita' di cibo e rimanessero completamente inattivi. I topo Fto-deficienti, in sostanza, bruciavano energia molto piu' rapidamente di quello con il gene funzionante. E tra gli umani, tutti dotati del gene ma con diverse varianti, quelli con la variante "ad alto rischio" pesano in media tre chili di piu' di quelli "a basso rischio". "Comprendere i meccanismi del Fto - spiegano gli scienziati tedeschi - potrebbe spianare la strada allo sviluppo di bersagli terapeutici per l'obesita'. L'obiettivo futuro sara' lo sviluppo di farmaci che modulano il gene".



http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200902231714-hpg-rsa0053-art.html

ABUSI SUBITI DA PICCOLI ALTERANO GENE STRESS

ABUSI SUBITI DA PICCOLI ALTERANO GENE STRESS

(AGI) - Roma, 23 feb. - Gli abusi subiti nella prima infanzia alterano in modo permanente le reazioni del cervello allo stress. Ad affermarlo, uno studio canadese partito dall'analisi delle mutazioni genetiche trovate nel tessuto cerebrale di adulti morti suicidi che avevano subito violenze da bambini. I ricercatori hanno accertato la produzione di un recettore tradizionalmente implicato nella ricezione dello stress. Gia' ricerche precedenti avevano dimostrato l'esistenza di un legame tra l'aver subito abusi in tenera eta' e un approccio particolarmente stressato ai problemi quotidiani. Ma fino a oggi non si era capito come i fattori ambientali agissero sui geni favorendo in eta' adulta la depressione o altri disturbi mentali. Il team di ricerca della McGill University di Montreal ha esaminato il gene del recettore glucocorticoide -che aiuta a controllare la risposta allo stress- in una specifica regione cerebrale di 12 suicidi con una storia di abusi alle spalle e di altri 12 senza un'infanzia di violenze. Nel primo gruppo gli scienziati hanno osservato cambiamenti chimici che hanno ridotto l'attivita' del gene e dimostrato che questo porta a un minor numero di recettori glcocorticoidi. Da qui, una risposta abnorme allo stress per coloro che hanno subito abusi. "Anche se ovviamente questi risultati dovranno essere replicati", ha osservato Jonathan Mill dell'istituto di Psichiatria del Kings College di Londra, "dimostrano che esiste un meccanismo cerebrale mediante il quale le esperienze nei primi anni di vita possono influire sui comportamenti e gli atteggiamenti dell'eta' adulta". La "cosa piu' eccitante", ha aggiunto l'esperto, riguarda il fatto che "queste alterazioni epigenetiche sono potenzialmente reversibili, e quindi rappresentano una nuova sfida sul fronte degli interventi terapeutici".



http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200902231028-hpg-rsa0007-art.html

INFLUENZA, ADDIO AI TERMOMETRI AL MERCURIO

INFLUENZA, ADDIO AI TERMOMETRI AL MERCURIO

(AGI) - Roma, 23 feb. - Sono tra gli oggetti piu' familiari in ogni casa, sempre sul comodino quando si ha la febbre, ma hanno i giorni contati. Dal 3 aprile prossimo i termometri al mercurio saranno messi al bando. Da tale data entra in vigore infatti il decreto ministeriale del 30 luglio 2008, emanato in attuazione di una Direttiva CE per evitare che i termometri finiscano tra i rifiuti e cosi' pure il mercurio, che danneggia l'ambiente e, a lungo termine, la salute umana. Le alternative sono ancora in fieri: e' gia' sul mercato ad esempio un termometro in vetro che contiene all'interno del capillare una lega di Gallio, Indio e Stagno chiamata 'Galinstan', in grado di misurare la temperatura in tre minuti ma non tossico per l'ambiente. "Comunque -ricorda Massimiliano Dona, Segretario generale dell'Unione Nazionale Consumatori- le famiglie non dovranno buttare i termometri al mercurio che hanno in casa, poiche' la norma riguarda soltanto quelli che saranno fabbricati. Anzi, sono esclusi dalla disposizione tutti gli oggetti contenenti mercurio che risalgono a piu' di 50 anni fa. La norma non si applica neanche ai barometri a mercurio fino al 3 ottobre 2009. Entro questa data, la Commissione europea esamina la disponibilita' di alternative affidabili e piu' sicure che siano tecnicamente ed economicamente realizzabili per gli sfigmomanometri e le altre apparecchiature di misura contenenti mercurio utilizzate nel settore sanitario e per altri usi industriali e professionali".

http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200902231231-hpg-rsa0013-art.html

ALZHEIMER, UNA PROTEINA RALLENTA DEGENERAZIONE

ALZHEIMER, UNA PROTEINA RALLENTA DEGENERAZIONE

(AGI) - Londra, 23 feb. - L'Alzheimer non e' soltanto una malattia conseguente ai danni legati al deposito di placche di proteina 'amiloide' nel cervello, ma avrebbe origine da uno sbilanciamento nei meccanismi di segnalazione fra i neuroni. Un problema che potrebbe essere risolto grazie al contributo di una proteina. Questo e' quanto emerso da un nuovo modello sulla genesi della malattia neurodegenerativa, messo a punto da un gruppo di ricercatori delle Ecoles normales superieures di Lione (Francia) e del Buck Institute a Novato (California) in uno studio pubblicato sulla rivista Cell Death and Differentiation. Uno dei punti oscuri relativi alla malattia di Alzheimer riguarda la funzione normale del precursore della proteina 'amiloide' (APP) che si concentra nei punti di contatto fra i neuroni. Anche se le placche della proteina amilode che sono un tratto caratteristico della malattia derivano della APP, essa ovviamente deve avere primariamente qualche ruolo fisiologico che finora non era stato identificato. Nel nuovo studio i ricercatori hanno mostrato che la APP si lega a una proteina, la 'netrina-1', che aiuta i neuroni a formare le loro connessioni cerebrali e a sopravvivere. Somministrando 'netrina-1' a topi ingegnerizzati con un gene che provoca sintomi simili a quelli dell'Alzheimer, questi risultavano successivamente alleviati e si aveva una minore deposizione in placche di proteina amiloide. Questo ha suggerito ai ricercatori che la malattia derivi in primo luogo da un disequilibrio fra la normale attivita' di formazione e demolizione di connessioni fra i neuroni del cervello, con la 'netrina-'1 che ne aiuta la formazione e la proteina amilode la rottura, un'attivita' mediata da entrambe le proteine attraverso un legame con la APP per attivare i normali programmi cellulari. In particolare, la 'netrina-1' ha mostrato la capacita' di interferire con la produzione di proteina amiloide e di avere potenzialmente una capacita' terapeutica.

http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200902231239-hpg-rsa0014-art.html

TUMORI, FORMAGGIO E YOGURT RIDUCONO RISCHI

TUMORI, FORMAGGIO E YOGURT RIDUCONO RISCHI

(AGI) - Washinghton, 24 feb. - Il formaggio e lo yogurt potrebbero aiutare a ridurre il rischio di sviluppare alcuni tumori. In particolare, le donne che consumano prodotti lattiero-caseari ricchi di calcio o anche solo dei supplementi hanno il 23% in meno di probabilita' di sviluppare il cancro. Gli uomini invece che consumano alimenti ricchi di calcio hanno il 16% in meno di probabilita' di ammalarsi di cancro. E' quanto emerge da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori National Cancer Institute degli Usa e pubblicato sulla rivista Archives of Internal Medicine. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno coinvolto nello studio circa 500mila persone, che hanno compilato un questionario tra il 1995 e il 1996 riguardante la loro dieta. Di tutti i soggetti studiati, 36.965 uomini e 16.605 donne si sono ammalati di cancro. Comparando questi dati con quelli rilevati tramite il questionario, i ricercatori hanno concluso che gli uomini che hanno consumato circa 1.530 milligrammi al giorno di calcio hanno avuto il 16% di probabilita' in meno di sviluppare il cancro rispetto a quelli che hanno consumato in media 526 milligrammi al giorno. Le donne, invece, che hanno consumato all'incirca 1.881 milligrammi di calcio al giorno hanno avuto il 23% di probabilita' in meno di ammalarsi di cancro rispetto a quelle che hanno consumato 494 milligrammi. La diminuzione del rischio ha riguardato maggiormente il cancro al colon. Secondo i ricercatori, il calcio ha dimostrato di essere un ottimo alleato per la prevenzione dei tumori.



http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200902241448-hpg-rsa0026-art.html

LA PILLOLA PUO' CAUSARE IL CANCRO AL SENO

STUDIO SULL'AMERICAN JOURNAL OF EPIDEMIOLOGY
LA PILLOLA PUO' CAUSARE IL CANCRO AL SENO

(AGI) - New York, 24 feb. - L'uso della pillola contraccettiva puo' favorire lo sviluppo del tumore al seno: lo ribadisce una nuova ricerca pubblicata dall'American Journal of Epidemiology. Fino ad oggi, l'associazione tra cancro al seno e contraccettivi orali si basava "per lo piu' su studi condotti prima del 1990", nota l'equipe di ricercatori, diretta dalla dottoressa Lynn Rosenberg, della Boston University. Per la sua analisi, il team della Rosenberg ha usato invece dati recenti, coinvolgendo donne che partecipavano al Case-Control Surveillance Study. I ricercatori hanno cercato di capire se l'uso della pillola contraccettiva fosse legato al rischio di cancro al seno nelle pazienti cui era stata diagnosticata la malattia tra il 1993 e il 2007 e, nel caso l'associazione fosse valida, se il rischio variasse in base alla razza o ai recettori ormonali del cancro al seno. Lo studio ha coinvolto 907 donne con cancro al seno e 1.711 sane. Le donne che avevano assunto contraccettivi orali per un anno o piu' avevano il 50% o piu' di probabilita' di ammalarsi rispetto alle donne che non li avevano assunti o li avevano presi per meno di un anno. Inoltre, l'assunzione della pillola per lungo tempo e l'appartenenza alla razza nera aumentavano le probabilita' di sviluppare il tumore, mentre la presenza dei recettori ormonali del cancro al seno non influiva sull'associazione tra contraccettivo orale e cancro al seno. "L'uso dei contraccettivi orali e' molto diffuso ed e' quindi importante mettere in guardia le donne sui possibili effetti sulla salute", conclude Rosenberg.



http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200902241025-mon-rsa0004-art.html

SCOPERTO GENE CHE FA RICRESCERE I DENTI

SCOPERTO GENE CHE FA RICRESCERE I DENTI
(AGI) - Londra, 24 feb. - Addio dentiere e protesi: i denti in futuro potranno essere riparati in modo naturale, o addirittura ricrescere. E tutto questo grazie a un singolo gene. Fara' discutere la scoperta di un gruppo dis cienziati della Oregon State University, il cui studio e' stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. I ricercatori hanno individuato il gene responsabile della crescita dello smalto, il duro strato esterno dei denti che non puo' crescere di nuovo. Esperimenti nei topi hanno dimostrato che il gene, un "fattore di trascrizione" chiamato Ctip2, ha diverse funzioni, che coinvolgono le risposte immunitarie e lo sviluppo di pelle e nervi. Ma anche la produzione dello smalto dei denti. In particolare regola le ameloblaste, le cellule che producono lo smalto. il controllo di questo gene, secondo gli scienziati, in "combinato disposto" con la tecnologia sulle cellule staminali potrebbe rendere la creazione artificiale di denti funzionali una possibilita' reale. E male che vada, la scoperta potrebbe essere utilizzata per rafforzare lo smalto e riparare i denti danneggiati per esempio di chi beve o fuma. "Molto lavoro sara' ancora necessario - spiega il capo dei ricercatori, Chrissa Kioussi - per portare ad applicazioni sull'uomo, ma dovrebbe funzionare. Si potrebbe trattare di un nuovo, rivoluzionario approccio alla salute dentale".

http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200902241415-hpg-rsa0024-art.html

La spugna marina che elimina i "super-batteri"

La spugna marina che elimina i "super-batteri"

Un composto che si trova in una spugna marina si e' rivelato in grado di combattere la resistenza agli antibiotici comuni di diversi ceppi di batteri: la scoperta arriva dagli Stati Uniti e lascia sperare in una nuova classe di farmaci per sconfiggere i 'super-bug'. "Siamo riusciti a rendere questi batteri estremamente resistenti attaccabili dagli antibiotici comuni, standard", ha spiegato Peter Moeller del National Oceanic and Atmospheric Administration's Hollings Marine Laboratory a Charleston, South Carolina. I batteri che resistono agli antibiotici, come lo Stafilococco aureo meticillino-resistente (Mrsa), sono un problema sempre piu' serio per gli ospedali di tutto il mondo.

Negli Stati Uniti ogni anno 19.000 persone muoiono per infezioni causate da super-batteri sempre piu' difficili da eliminare. Moeller, che lavora con ricercatori della Medical University of South Carolina e della North Carolina State University, ha riferito che il suo team ha notato una spugna che vive in una barriera corallina morta.

"Ci siamo chiesti: come sopravvive quando tutto il resto e' morto?", ha raccontato lo scienziato illustrando il progetto in occasione dell'incontro dell'American Association for the Advancement of Science, a Chicago. I ricercatori hanno studiato la spugna per capire che cosa le consenta di vivere in condizioni ambientali tanto ostili e hanno scoperto che ha la capacita' di repellere i biofilm batterici: un sottile strato che i batteri formano per aderire alle superfici degli organismi che attaccano.

"Si tratta di una proprieta' estremamente interessante, considerato che il 65-80% di tutte le infezioni patogeniche umane si basa su biofilm", ha spiegato Moeller. Il team ha testato la sostanza contenuta nella spugna su alcuni dei patogeni piu' resistenti, tra cui l'Mrsa, e ha scoperto che, mescolando materiale estratto dalla spugna con un antibiotico, si riusciva a rendere sensibili all'antibiotico anche batteri 'resistenti'.

Poiche' i composti estratti dalla spugna non sono tossici, il team americano sta gia' lavorando con una serie di aziende che producono apparecchi medicali per incorporare i derivati della spugna marina nei materiali usati per stent o altri apparecchi. In futuro Moeller prevede una nuova classe di farmaci che ha chiamato 'helper drugs', che potrebbe ripristinare la potenza degli antibiotici attualmente inefficaci con i super-bug. Ma occorre prima passare al vaglio della Food and Drug Administration e ottenerne l'approvazione.


AGI Salute
Data pubblicazione 18/02/2009 0.00.00

http://news.paginemediche.it/it/230/ultime-notizie/infettivologia/detail_104443_la-spugna-marina-che-elimina-i-super-batteri.aspx?c1=41

L'AIDS IN ITALIA COLPISCE SUBDOLO

38 anni, eterosessuale, sieropositivo e inconsapevole

L’Aids continua a colpire in Italia e diventa sempre più subdolo. Basti pensare che negli anni Ottanta, quando si iniziò a parlare di Aids e la malattia ebbe la sua prima vera esplosione, il 70% dei sieropositivi era rappresentato da tossicodipendenti (età media: 26 anni) che si ammalavano a seguito dell’utilizzo in condivisione di aghi infetti.

Oggi, invece, solo dieci sieropositivi su cento sono tossicodipendenti, tutti gli altri sono individui che conducono una vita apparentemente normale e senza vizi e che si ammalano a seguito di un rapporto sessuale – generalmente eterosessuale – non protetto e che non si accorgono di essere malati fino a quando non è troppo tardi. Il dato emerge da un recente rapporto sulla situazione HIV nel nostro Paese presentato a Roma da Andrea Antinori, direttore del Dipartimento clinico dell'Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani.

Il punto più importante di questo rapporto è proprio quello relativo alla mancanza di consapevolezza di essere sieropositivi. Ecco l’identikit del paziente-tipo nel terzo millennio: ha in media 38 anni, è eterosessuale e il pensiero di poter essere sieropositivo sembra non sfiorarlo nemmeno alla lontana, al punto da trasformarsi in veicolo di contagio per anni e anni prima di scoprire di essere malato e di iniziare a seguire una terapia antiretrovirale, che al giorno d’oggi permette alla maggior parte dei pazienti di tenere sotto controllo la malattia e di aspirare a una qualità della vita assolutamente soddisfacente.

Antinori ha spiegato che il 30% dei pazienti scopre di essere malato solo quando l’infezione ha raggiunto una fase avanzata e un quarto dei 120.000 nuovi sieropositivi non ha la minima idea di essere malato.



http://news.paginemediche.it/it/231/la-mela-del-giorno/infettivologia/detail_105069_38-anni-eterosessuale-sieropositivo-e-inconsapevole.aspx?c1=41

lunedì 23 febbraio 2009

TESTAMENTO BIOLOGICO: DA RUTELLI 'TERZA VIA' SU ALIMENTAZIONE

» 2009-02-23 18:27
TESTAMENTO BIOLOGICO: DA RUTELLI 'TERZA VIA' SU ALIMENTAZIONE
ROMA - Francesco Rutelli ha presentato quattro emendamenti, di cui tre a sua firma e uno con Luigi Lusi, che segnano una 'terza via' sul nodo dell'idratazione e nutrizione artificiale. Tra chi la ritiene obbligatoria e basta, e chi chiede possano essere rifiutate solo in modo esplicito, l'ex della Margherita affida la soluzione del problema al confronto tra medico curante e fiduciario.

Per la precisione l'emendamento a firma di Rutelli definisce ''alimentazione e idratazione artificiali forme di sostegno vitale, finalizzate ad alleviare le sofferenze'' che ''non possono essere oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento''. Ma, e qui sta la soluzione 'alternativa', ''nelle fasi terminali della vita - si legge - o qualora il soggetto sia minore o incapace di intendere e di volere, la loro modulazione e la via di somministrazione, da commisurarsi alle aspettative di sopravvivenza, alle condizioni del paziente e alla necessita' di non dar corso ad accanimento terapeutico, debbono essere il frutto di una interazione e comune valutazione tra il medico curante, cui spetta la decisione finale, l'eventuale fiduciario e i familiari''.

Daniele Bosone, membro della commissione Sanità, ha proposto invece di "introdurre un tempo di valutazione - spiega - sulla reale attività cerebrale del soggetto in coma o stato vegetativo permanente, tramite l'uso dei nuovi esami, in modo da selezionare i pazienti cui applicare il principio di irreversibilità". Serve comunque "un ulteriore lavoro di riflessione - conclude Bosone - Non siamo ancora agli emendamenti definitivi, penso li ridurremo. Speriamo in commissione non ci sia da nessuno una posizione chiusa e pregiudizievole".

http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_901824805.html

Ecco il vaccino antinfluenzale universale

23/2/2009

Ecco il vaccino antinfluenzale universale


I super-anticorpi in grado di combattere ogni tipo d'influenza.


Scienziati americani hanno scoperto e riprodotto anticorpi in grado di disattivare I virus dell’influenza, compresa quella aviaria.
La ricerca è stata condotta presso il Dana-Farber Cancer Institute di Boston, con a capo il professor Wayne Marasco, e il risultato è stato pubblicato sulla rivista ‘Nature Structural and Molecular Biology’.
Questi super-anticorpi sarebbero attivi non solo contro ogni forma di influenza, ma negli studi effettuati su cavie da laboratorio, hanno mostrato essere efficaci anche contro pericolosi virus quali il temuto H5N1 responsabile dell’influenza aviaria e l’H1N1, tristemente passato alla storia nel 1918 come influenza ‘Spagnola’ che causò numerose vittime. La loro efficacia starebbe nella capacità di legarsi alla base della chiave per mezzo della quale i virus influenzali entrano nelle cellule e le infettano: la proteina emoagglutinina (HA).
Poiché questa struttura - descritta da uno scienziato, come un "virale tallone di Achille" - è geneticamente stabile e ha resistito a una mutazione nel corso del tempo, gli anticorpi sono efficaci contro diversi ceppi.
I ricercatori hanno riprodotto in laboratorio decine di miliardi di anticorpi ‘anti-influenza’ di cui ne hanno selezionato i 10 dotati di maggiori poteri.

L’influenza stagionale uccide più di 250.000 persone ogni anno e la pandemia influenzale, che si verifica con l'emergere di ceppi virali mortali contro le persone con immunodeficienza, rimane una minaccia sempre presente. I vaccini sono da tempo la prima linea di difesa contro l'influenza, ma i virus stagionali si evolvono rapidamente per cui i vaccini devono essere aggiornati ogni anno. “Questa nuova scoperta però ci avvicina allo sviluppo di un vaccino universale contro i virus influenzali” hanno dichiarato gli scienziati.
(Luigi Mondo e Stefania Del Principe)

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/Benessere/grubrica.asp?ID_blog=26&ID_articolo=535&ID_sezione=566&sezione=Ricerca

domenica 22 febbraio 2009

Ru486, circa 4mila aborti dal 2005

U.E. - ITALIA
Ru486, circa 4mila aborti dal 2005

19 Febbraio 2009


Il via libera definitivo per l'immissione in commercio anche in Italia della pillola abortiva Ru486 ancora non c'e', ma ormai i tempi sembrano stretti. Procede infatti il processo di valutazione da parte dell'Agenzia del farmaco (Aifa) ma intanto la Ru486 nel nostro Paese si utilizza gia', sia pure attraverso una speciale procedura. Circa 4.000, a partire dal 2005, sono infatti gli aborti medici effettuati proprio utilizzando tale farmaco. A rendere noti i dati di utilizzo della pillola abortiva, in attesa dell'autorizzazione alla vendita da parte dell'Aifa, e' stato il ginecologo dell'ospedale S.Anna di Torino Silvio Viale, 'padre' della prima sperimentazione sulla Ru486. L'occasione per questo primo bilancio, la Conferenza nazionale dell'associazione ginecologi consultoriali (Agico) in corso a Roma. Proprio oggi, mentre ginecologi provenienti da tutta Italia sottolineavano l'esigenza che anche il nostro paese approvi 'finalmente' l'immissione in commercio della Ru486, i rappresentanti dell'azienda Exelgyn (produttrice della pillola abortiva) hanno appunto incontrato i responsabili Aifa, ha reso noto Viale. E successivamente e' stata la stessa Agenzia, con un comunicato, a precisare che 'continua il processo di valutazione della Ru 486' e che 'il farmaco e' stato esaminato oggi dal Comitato Prezzi e Rimborso dell'Aifa secondo quanto previsto dalle procedure valutative necessarie alla registrazione dei farmaci'. A questo punto, ha sottolineato Viale, 'il processo per la commercializzazione in Italia della Ru486 attraverso il procedimento di mutuo riconoscimento europeo, e' in dirittura d'arrivo'. L'auspicio e' che i tempi siano brevi, anche perche' 'se l'Italia dovesse ancora ritardare o bloccare l'arrivo in commercio della RU486 - ha precisato Viale - si andrebbe in sede europea e, sia pure con ritardo, arriverebbe in ogni caso l'autorizzazione per la commercializzazione'. Intanto, Viale ha reso noto i primi dati di utilizzo della pillola abortiva, suscitando la dura critica dell'esponente della Lega Nord Massimo Polledri: 'Sono dati allarmanti - ha commentato - che devono far riflettere'.
- DAL 2005 EFFETTUATI 4.000 ABORTI CON PILLOLA RU486: Circa 4 mila gli aborti effettuati in Italia utilizzando la pillola abortiva. Nel 2008 la Ru486 e' stata utilizzata da 25 centri italiani mediante una procedura di importazione caso per caso. Viale ha monitorato in particolare l'esperienza di otto centri che hanno utilizzato la pillola abortiva per un totale di 1.778 interventi di aborto. Piu' che soddisfacenti, secondo il ginecologo, gli esiti registrati: solo il 5,5% delle pazienti ha dovuto ricorrere comunque all'intervento chirurgico successivo. Quanto ai sintomi, il 23% ha accusato dolore, il 13% nausea, il 5% diarrea e per lo 0,07% si sono rese necessarie trasfusioni. Le regioni in cui la pillola e' stata utilizzata sono Piemonte, Toscana, Trento, E.Romagna, Marche, Puglia e Lombardia.
- OLTRE 10.000 PILLOLE ABORTIVE IMPORTATE: Sono 10.154 le pillole Ru486 importate in Italia a partire dal 2005, quando la prima sperimentazione e' stata avviata all'ospedale S.Anna di Torino. La Ru486 e' stata gia' registrata nella maggior parte dei paesi europei e negli Usa. La procedura di registrazione e' invece in fase di esame per Italia, Portogallo, Ungheria.
- VIALE, METODO SICURO: Con l'archiviazione dell'indagine relativa alla sperimentazione con Ru486 condotta all'ospedale Sant'Anna, ha detto Viale, 'e' caduto l'ultimo diaframma, quello legale, che ipotizzava l'incompatibilita' dell'utilizzo della pillola abortiva con la legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza. Il metodo e' efficace e sicuro'.
http://www.aduc.it/dyn/eutanasia/noti.php?id=250723

AIDS: IN ITALIA 120MILA POSITIVI, UNO SU 4 NON LO SA

AIDS: IN ITALIA 120MILA POSITIVI, UNO SU 4 NON LO SA

(AGI) - Roma, 20 feb. - Cresce progressivamente la quota di soggetti che scoprono di aver contratto il virus Hiv in fase avanzata della malattia (oltre il 30%, dato europeo) e si stima che almeno un quarto dei 120mila soggetti Hiv positivi viventi in Italia sia inconsapevole del proprio stato. "Un dato importante che dobbiamo riuscire a diminuire ribadendo l'importanza del test, che e' un dovere civile oltre che l'unica speranza per tenere sotto controllo il virus", ha dichiarato Andrea Antinori, direttore Malattie Infettive allo Spallanzani di Roma, a margine della conferenza stampa di presentazione dello studio Adone, avviato per analizzare l'effetto della semplificazione della terapia ottenuta con Atripla, antiretrovirale in monosomministrazione quotidiana. Il test, "che e' anonimo, gratuito, sicuro ed efficace", sottolinea Antinori, e' la grande possibilita' per curarsi mantenendo una quotidianita' a detta degli esperti "normale".
"Basti pensare che oggi l'aspettativa di vita puo' raggiungere i 50 anni per un paziente giovane", continua Antinori, tracciando il trend dell'epidemia: "I nuovi infetti hanno un'eta' piu' adulta (38 anni contro i 26 anni del 1986), le donne sono circa un terzo del totale e la trasmissione avviene quasi esclusivamente per via sessuale - spiega il professore - Se nella seconda meta' degli anni'80 l'uso di sostanze stupefacenti per via endovenosa era correlato al 70% delle trasmissioni, oggi i tossicodipendenti sono meno del 10% dei nuovi infetti". Costante negli ultimi 7-8 anni il numero dei nuovi infetti, circa 4mila l'anno in Italia; "diminuita sensibilmente invece, nell'ultimo decennio, la mortalita' - continua Andrea Antinori - Merito delle terapie antiretrovirali che hanno ridotto nettamente anche la morbilita' della malattia. L'80-90% di tutti i pazienti seguiti nei centri di riferimento sono in condizione di soppressione virologica, percentuale impensabile fino a qualche anno fa".
http://www.agi.it/ultime-notizie-page/200902201548-cro-rom1151-art.html
Il malato tipo è uomo o donna per lo più ultra 65enne

Lui, lei e il diabete, la 'terapia di coppia' aiuta il 90% dei malati

Ricerca presentata a Milano, in occasione del lancio italiano di una pillola antidiabete. Nella Penisola, la malattia del sangue dolce colpisce circa 4 milioni di persone


Milano, 18 feb. (Adnkronos Salute) - Contro il diabete l'unione fa la forza. E il numero perfetto e' il due: il malato e il familiare che lo assiste ogni giorno, donna 6 volte su 10, che insieme riescono a gestire meglio la terapia con benefici dichiarati dal 90% dei pazienti. A promuovere la 'terapia di coppia' contro la malattia del sangue dolce, che nella Penisola colpisce circa 4 milioni di persone di cui un milione ancora senza diagnosi, e' un'indagine condotta da Gfk Eurisko per il gruppo farmaceutico Novartis.

La ricerca e' stata presentata a Milano, in occasione del lancio italiano di una pillola antidiabete che abbina due principi attivi in un'unica compressa (vildagliptin e metformina) e della campagna 'Due in uno. Combinazione vincente contro il diabete'. Un'alleanza al femminile tra Fand (Associazione italiana diabetici) e Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna), che organizzeranno incontri per i pazienti e i 'caregiver'.

L'indagine ha coinvolto 900 malati di diabete e 100 caregiver che li assistono, rilevando che quando ha accanto un 'angelo custode' il paziente sta meglio sia nel corpo sia nell'anima: e' piu' soddisfatto di se stesso e della sua vita (il doppio rispetto a chi lotta da solo), e' meno ansioso (68% degli 'accoppiati' contro il 64% dei 'solitari') ed e' piu' attivo (63% contro 56%). Il 76% dei malati fiancheggiati da un caregiver si ricorda sempre di assumere i suoi farmaci; il 72% segue una dieta ad hoc che nel 74% dei casi viene adottata 'per solidarieta'' dall'intera famiglia; il 55% pratica attivita' fisica e il 50% viene accompagnato dal suo assistente alle visite di controllo.

In generale, combattere la malattia in due permette al paziente di trovare risposte ai suoi bisogni, messi nero su bianco da un forum on line condotto su 25 diabetici. Fra le necessita' piu' urgenti degli intervistati c'e' quella di avere un sostegno nell'elaborazione della diagnosi e di essere motivati in modo da poter guardare al futuro 'pensando positivo'.

http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=3.0.3029605991

Ma chi e' il diabetico italiano tipo? L'identikit disegnato da Gfk Eurisko 'fotografa' un uomo o una donna per lo piu' ultra 65enne, con punte rilevanti di over 74 femmine. I pazienti dello Stivale sono prevalentemente obesi (donne) o in sovrappeso (uomini); soprattutto le femmine abbinano al diabete altre malattie: in particolare, il 55% soffre anche di ipertensione e il 47% di colesterolo alto.

Donne in bikini, per l'uomo sono "cose"

Donne in bikini, per l'uomo sono "cose"

Gli uomini tendono ad associare le donne seminude ad oggetti piuttosto che ad esseri umani, ha rivelato di recente un studio della Princeton University.

La notizia non dovrebbe stupire né accendere polemiche: non sapevamo forse già che la donna seminuda o in atteggiamenti sessuali rievoca nella mente maschile un oggetto sul quale agire, invece che una persone con la quale interagire?

Ma la novità sta nella conferma scientifica di questa percezione comune, arrivata lunedì da ?American Association for the Advancement of Science?.

Susan Fiske, nota psicologa dell?Università di Princeton, New Jersey, ha condotto un esperimento su 21 ragazzi dell?istituto, che si identificavano come eterosessuali.
Ai ragazzi venivano mostrate diverse foto di donne vestite, seminude, o in atteggiamenti provocanti, (alcune prive di testa) mentre il team di Fiske ne monitorava l?attività celebrale.

Le foto delle donne in bikini attivavano regioni associate ad oggetti o a ?Cose che puoi maneggiare? ha affermato Fiske.
Successivamente la memoria dei ragazzi sulle foto veniva testata: ?Questi uomini ricordavano meglio i corpi femminili sessualizzati - senza testa - nonostante li avevano osservati solo per 0,2 secondi.? Ha continuato la psicologa dichiarandosi perplessa sulle implicazioni di questi risultati per la società: essi mostrano, infatti, come immagini di questo tipo possono deumanizzare le donne e incoraggiare gli uomini a pensarle in termini di oggetti.

Fiske ci è andata cauta, non ha voluto accusare o muovere critiche, ma la logica conseguenza dell?oggettificazione di un essere umano (come abbiamo anche visto in tante propagande belliche) è la giustificazione di violenze o ingiustizie attuate nei suoi confronti.
Mi viene in mente uno libro del ?99 di Jean Kilbourne, esperta di media, intitolato ?Deadly Persuasion: why women and girls must fight the addictive power of advertising?.

L?autrice arrivava a simili conclusioni: ?Le pubblicità non provocano direttamente la violenza [?] ma le immagini violente contribuiscono ad uno stato di terrore [?] La trasformazione di un essere umano in una cosa, un oggetto, è quasi sempre il primo passo verso la giustificazione della violenza contro quella persona [?] questo passo è stato già compiuto con le donne. La violenza, l?abuso, è in parte l?agghiacciante ma logico risultato di quell?oggettificazione? (Kilbourne 1999:278)
Lei si riferiva in particolare alla consuetudine dei pubblicitari, per noi tristemente scontata, a rappresentare il corpo femminile come un insieme di problematiche, ognuna riguardante una parte (cellulite, pelle grassa, capelli secchi, unghie fragili, denti gialli?etc.) a cui dover trovare soluzioni; donne come insiemi di pezzi, quindi, non umani.

Per tornare al nostro esperimento, nella fase finale agli studenti veniva chiesto di rispondere ad un questionario per valutare quanto fossero sessisti; il monitoraggio celebrare ha mostrato che gli uomini che esprimevano le più forti tendenze sessiste utilizzavano meno la corteccia prefrontale, quella responsabile della comprensione dei sentimenti e delle intenzioni altrui.

In parole povere, gli uomini più sessisti erano anche quelli che mostravano meno empatia nei confronti di queste immagini, reagendo come se quelle donne non fossero completamente umane.
?Le uniche volte in cui assistiamo ad una disattivazione della corteccia prefrontale, è quando la gente guarda le foto di senza tetto o tossicodipendenti, dei quali non vuole conoscere veramente le emozioni, perché queste la disturberebbero nel profondo.? Ha spiegato Fiske.

La studiosa di Princeton ha sottolineato che il problema sorge nella vita di tutti i giorni, dove donne reali si devono incontrare con le immagini di donne mercificate, ad esempio ?Quando si hanno foto sessualizzate di donne nei posti di lavoro, è difficile non pensare alle colleghe donne in questi termini.?
Discusso e ridiscusso, adesso provato scientificamente, questo aspetto rimane centrale nella nostra vita, confermando retaggi del dominio patriarcale tradizionale.

Viviamo in una società nella quale le donne hanno dimostrato di saper fare tutto meglio dei loro colleghi e che, forse per questo, ha paura di un cambiamento culturale che ridefinisca i rapporti di eguaglianza e potere tra generi.
La cosa più divertente, devo ammetterlo, è stato leggere sui vari blogs e siti le reazioni a questa scoperta: tra le soluzione sventolate: ?Tornare alle spiagge separate (per uomini e donne, nda)?, ?Coprirsi di più? (per le donne, nda) etc.

Il problema è nella rappresentazione mediatica delle donne, non nelle donne reali: gli uomini sono stati educati per decenni dai pubblicitari a rispondere a quelle immagini (come alla pornografia) in un in una determinata maniera.
Essa però risulta nociva per tutti perchè in grado di attentare quei principi di inviolabilità tra esseri umani che dovrebbero informare i nostri modi di vivere e sentire quotidiani.

Bene, è arrivato il momento di attuare un?inversione di tendenza: il sessismo fa male a tutti e le società hanno bisogno di maturare e trovare nuove soluzioni a problemi globali, insieme.

Elis Helena Viettone
Vita di Donna Community

Etichette: Donne


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http://www.vitadidonna.it/news/2009/02/donne-in-bikini-per-luomo-sono-cose.html

UOMO CURATO CON CELLULE STAMINALI SVILUPPA TUMORI

UOMO CURATO CON CELLULE STAMINALI SVILUPPA TUMORI

Londra - Le controverse cure con le cellule staminali embrionali sono sicure? La vicenda di un ragazzo israeliano curato a Mosca per una rara malattia genetica con un'iniezione di staminali sembra indicare che possono insorgere problemi. Il giovane, oggi 17enne, in seguito alla terapia ha sviluppato tumori benigni al cervello e alla spina dorsale, come si legge in un articolo apparso su 'PLoS Medicine'. La vicenda non fa che rinfocolare il dibattito sull'uso delle staminali embrionali e la loro sicurezza. Gli scettici, oltre a obiettare l'eticita' dell'uso di queste cellule, sostengono che non sono sicure perche' potrebbero generare tumori e trasmettere virus o altri agenti patogeni. Il ragazzo in questione e' stato curato con un trapianto di staminali per l'Ataxia Telangiectasia, una rara malattia genetica che attacca la regione del cervello che controlla il movimento e la parola. Il paziente ha ricevuto tre iniezioni di cellule staminali embrionali nel cervello e nel liquido che circonda la spina dorsale. Quattro anni dopo la prima iniezione, i medici dello Sheba Medical Centre di Tel Aviv hanno scoperto due tumori, uno nella spina dorsale e l'altro nel cervello, proprio laddove erano state fatte le iniezioni di staminali. L'anno seguente, i tumori benigni sono stati rimossi; analizzandoli, i medici hanno visto che contenevano cellule che non potevano essersi originate dai tessuti del paziente ma dalle cellule staminali donate. Al momento non e' ancora chiaro se la terapia con le staminali abbia migliorato la malattia genetica. Ma i medici che lo curato il giovane dicono che questi risultati "non implicano che la ricerca sulle terapie con le staminali debba essere abbandonata", bensi' che occorre lavorare ancora per valutarne efficacia e sicurezza.



http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200902201424-hpg-rsa0025-art.html

C'è un diritto alla morte? Di chi è la decisione? E' lecito uccidere per pietà?

LIBERAZIONE DAL PENSIERO MODERNISTA
DELL'EUTANASIA


C'è un diritto alla morte? Di chi è la decisione? E' lecito uccidere per pietà?

Periodicamente i partiti politici che si definiscono libertari, approfittano di vicende umane dolorose per rilanciare a necessità di una legge che consenta l'eutanasia.
La parola significa "ben morire" e viene dal greco: eu : buona, bella, dignitosa e tànatos : morte.
Tutti desiderano una buona morte ma questa giusta aspirazione introduce due domande: 1) La legge dovrebbe consentire la soppressione degli inguaribili? 2) Fino a che punto è lecito alleviare le sofferenze?
Già i popoli più o meno barbari eliminavano gli anziani perché ritenuti disutili e per il medesimo motivo erano spesso fatti morire bimbi maschi e femmine deformi e deboli.
Fu il Cristianesimo che divulgò il comandamento dato a Mosè: " Non uccidere ", traducibile "Non assassinare".

Oggi che laicismo di ogni colore, scetticismo o secolarismo cercano di togliere Dio dalla storia umana come nel tempo prediluviano, si vorrebbe dare un senso di "progresso civile" alla vita e quindi alla possibilità di sopprimerla. Come diceva Sartre Jean - Paul (1905-1980), filosofo, scrittore e giornalista politico francese: "se Dio non esiste, tutto è possibile". Per i cristiani nessuno, unanimemente, può trasformare un delitto in diritto.
L'innocente non può essere ucciso da nessuno: il consenso del candidato all'eutanasia equivarrebbe al suicidio, negli altri casi si tratterebbe d'omicidio.
L'attuale legislazione, in ogni modo, ritiene che l'uccisione di un essere umano, eccezion fatta per la legittima difesa in stato di necessità, non può mai considerarsi lecita. L'art. 5 del Codice Civile classifica la vita e l'integrità personale tra i beni indispensabili anche vi è il consenso dell'interessato.
La duplice domanda che ci si è posta è complicata nella risposta dal fatto che non c'è una definizione uniforme di vivo o morto, inguaribile, morente … Gli stessi medici hanno a volte ammesso che "la consapevolezza" della morte è difficile da studiare in modo obbiettivo.

A volte, poi, gli sforzi per mantenere in vita possono trasformarsi in sforzi per prolungare l'agonia. Di conseguenza la nascita di club, gruppi di pensiero degli slogan come: "diritto a morire con dignità", non dare anni alla vita ma vita agli anni, "possibilità di troncare l'insopportabilità della sofferenza". Ultimamente pressioni provengono da ammalati d'Aids che chiedono di porre fine alle sofferenze degli inguaribili tra loro.

In ogni modo al quesito: "La legge dovrebbe consentire la soppressione degli inguaribili?", il cristiano deve rispondere: NO. La vita va rispettata e preservata, è un dono di Dio: " Poiché in te è la fonte della vita e per la tua luce noi vediamo la luce ". ( Salmo 36:9 ). Il comandamento è chiaro "Non uccidere". Lo Stato italiano ha una legislazione che allo stato va osservata perché non in contrasto con quella di Dio ( cfr. Atti 5: 29 ) " Ma Pietro e gli altri apostoli risposero: "Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini. ". L'apostolo Paolo insegnò che " Perciò è necessario stare sottomessi (alle autorità) , non soltanto per timore della punizione, ma anche per motivo di coscienza ". ( Romani 13: 5 ).

Quanto al secondo interrogativo: "Fino a che punto è lecito alleviare la sofferenza?", la risposta è senz'altro: fino a qualsiasi livello purchè siano leciti i "mezzi" usati. La liceità si deve sempre basare sugli "effetti" dannosi che tali mezzi provocano. Ad esempio, alcuni accelerano la morte il che, è illecito. In questo caso bisogna distinguere tra: farmaci che provocano la morte e quelli che togliendo il dolore abbreviano la vita. Altri medicinali privano della coscienza completamente, questo richiederebbe un permesso preventivo. In ogni caso mai sarebbe giusto privare di consapevolezza un uomo non pronto spiritualmente alla morte. Lo scudiero del re biblico Saul, rifiutò di accogliere la richiesta del re di aiutarlo a " morire con dignità " e il neo re Davide condannò a morte chi invece accettò di farlo ( I° Samuele 31: 4; II° Samuele 1: 6-16 ) " Saul disse al suo scudiero: "Sfodera la spada e trafiggimi, affinché questi incirconcisi non vengano a trafiggermi e a farmi oltraggio". Ma lo scudiero non volle farlo, perché aveva paura. Allora Saul prese la propria spada e vi si gettò sopra. "; " 6 Il giovane che gli raccontava queste cose, disse: "Mi trovavo per caso sul monte Ghilboa e vidi Saul che si appoggiava sulla sua lancia e i carri e i cavalieri stavano per raggiungerlo. 7 Egli si voltò indietro, mi vide e mi chiamò. Io risposi: Eccomi. 8 Egli mi chiese: Chi sei? Gli risposi: Sono un Amalechita. 9 Egli mi disse: Avvicínati a me e finiscimi, perché sono preso da vertigine, anche se sono ancora vivo. 10 Io dunque mi avvicinai e lo uccisi, perché sapevo che, una volta caduto, non avrebbe potuto vivere. Poi presi il diadema che egli aveva in capo, il braccialetto che aveva al braccio, e li ho portati qui al mio signore". 11 Allora Davide prese le sue vesti e le stracciò, lo stesso fecero tutti gli uomini che erano con lui. 12 Fecero cordoglio e piansero e digiunarono fino a sera, a motivo di Saul, di Gionatan, suo figlio, del popolo del SIGNORE e della casa d'Israele, perché erano caduti in battaglia. 13 Poi Davide chiese al giovane che gli aveva raccontato quelle cose: "Di dove sei?" Quegli rispose: "Sono figlio di uno straniero, di un Amalechita". 14 Davide gli disse: "Come mai non hai temuto di stendere la mano per uccidere l' unto del SIGNORE?" 15 Poi chiamò uno dei suoi uomini e gli disse: "Avvicínati e colpisci costui!" Quello lo colpí ed egli morí. 16 Davide gli disse: "Il tuo sangue ricada sul tuo capo, perché la tua bocca ha testimoniato contro di te quando hai detto: Io ho ucciso l'unto del SIGNORE" . Alcune considerazioni s'impongono in tema di così delicata implicazione.

Rebecca, gravida del patriarca Isacco, preoccupata del suo stato di salute " andò a consultare l'Eterno " ( Genesi 25: 22 ). Avvertendo i gemelli che si urtavano nel suo corpo, lei si chiese: " perché vivo? " e richiese l'aiuto divino. Prima d'ogni decisione occorrerà fare nello stesso modo.
L'integro re Ezechia era affetto da male inguaribile ma Dio lo guarì. Non bisogna concludere

frettolosamente l'inevitabilità della morte imminente. Ci sono precise e personali promesse bibliche, per la possibile guarigione da infermità. E come alcune di seguito " Se tu ascolti attentamente la voce del SIGNORE che è il tuo Dio, e fai ciò che è giusto agli occhi suoi, porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono il SIGNORE, colui che ti guarisce " ( Esodo 15: 26 ). " Egli perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità " ( Salmo 103: 3 ). " … mediante le sue lividure noi siamo stati guariti". ( Isaia 53: 5 ). " Ma per voi che avete timore del mio nome spunterà il sole della giustizia, la guarigione sarà nelle sue ali; voi uscirete e salterete, come vitelli fatti uscire dalla stalla ". ( Malachia 4: 2 ).

Non bisogna mai disperarsi, neanche nel caso di vicende dolorose.

La Bibbia dice che si può essere " Perplessi ma non disperati ". Come il paziente Giobbe bisognerà sempre concludere: " L'Eterno ha dato, l'Eterno ha tolto; sia benedetto il nome dell'Eterno ".
Presto verrà il giorno in cui nessuno dirà: " Sono malato " ( Isaia 33:24 ). Non si tratta di discutere del diritto a morire ma di quello alla vita. E' detto: " Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna; ma chi rifiuta di credere al Figliuolo non vedrà la vita, ma l'ira di Dio resta sopra lui. ".

Gesù insegnò che la vita umana ha un gran valore agli occhi del Padre: " Cinque passeri non si vendono per due soldi? Eppure non uno di essi è dimenticato davanti a Dio;7 anzi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi valete piú di molti passeri ". ( Luca 12: 6,7 ).



http://www.adi-rc.org/sitonew/articoli.asp?op=apri&id=21

La Svizzera ha un approccio liberale all’assistenza al suicidio. Una nuova legge introdurrà delle restrizioni?

Assistenza al suicidio in Svizzera
La Svizzera ha un approccio liberale all’assistenza al suicidio. Una nuova legge introdurrà delle restrizioni?



10 febbraio 2009 - (ve) Il Codice penale svizzero, all’articolo 115, stabilisce che prestare aiuto ad una persona intenzionata a suicidarsi non è reato, se l’aiuto non viene prestato per motivi egoistici. Sulla base di questa norma minima, la Svizzera ha sviluppato una prassi piuttosto liberale nell’ambito dell’assistenza al suicidio. Nel paese sono sorte organizzazioni private, come Dignitas o Exit, che offrono aiuto alle persone che intendono porre fine ai loro giorni. Le autorità federali intendono ora introdurre regole che limitino l’attività delle organizzazioni che offrono aiuto al suicidio, ponendo quest’ultime sotto la sorveglianza della Confederazione.

A margine di una tavola rotonda dal titolo “Selbstbestimmt leben - und sterben?”, (“Decidere di vivere - decidere di morire?”) organizzata dall’Open Forum di Davos, sul tema del suicidio assistito e dell’eutanasia, la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf ha accettato di rispondere ad alcune domande in merito al prospettato varo di una legge federale che regolamenti la delicata materia dell’aiuto al suicidio.

Eveline Widmer-Schlumpf, è davvero necessario un intervento dello stato in questo settore?
Ritengo che a questo punto sia indispensabile intervenire. Negli ultimi anni ci sono stati degli sviluppi che lo Stato non può ignorare e di fronte ai quali non può chiudere gli occhi. Il problema è questo: quali misure adottare per porre dei limiti a situazioni che non possono essere accettate da un punto di vista etico e morale? In questo senso siamo chiamati ad intervenire.

A quali sviluppi si riferisce e quali abusi intendete impedire?
Negli ultimi anni ci sono stati numerosi casi di persone che si sono tolte la vita ricorrendo al suicidio assistito. Questi casi pongono delle domande alla società: non c’era davvero altra soluzione possibile che quella del suicidio, per quelle persone? Che cosa avremmo potuto fare noi, che cosa avremmo dovuto fare noi? Ci si può chiedere inoltre se la loro decisione di togliersi la vita non sia stata influenzata da pressioni esterne, se non abbiano percepito da parte di chi stava intorno a loro un tacito invito a farsi da parte, ad andarsene. Per impedire che si producano situazioni simili, per aiutare persone che desiderano ancora vivere, ma si sentono sottoposte a pressioni esterne, dobbiamo formulare alcune chiare regole. Non deve succedere che qualcuno dica: oggi voglio morire - e il suo desiderio sia accolto - sapendo che domani o dopodomani quella stessa persona potrebbe affermare il contrario.

Ma in questo settore così delicato, lo stato può davvero stabilire delle regole precise, che comprendano ogni possibile situazione e circostanza?
No, lo stato non può regolamentare ogni situazione e ogni circostanza. E in definitiva la decisione di porre termine alla propria vita dipende dalla responsabilità e dalla libera scelta di ogni persona che per motivi diversi ritiene di non trovare altra via di uscita che quella di suicidarsi. La domanda che io mi pongo è questa: la decisione è stata presa liberamente da quella persona? Se è così, non ho nulla da obiettare, una simile scelta può fare parte di un percorso di vita. Ma se invece quella decisione è stata influenzata da altri, o se è stata determinata da fattori che potrebbero essere modificati, allora ritengo che lo stato debba intervenire. Lo stato è chiamato a proteggere la vita, a creare condizioni che permettano di vivere. Questi sono gli elementi che dobbiamo valutare.

L’obiettivo del Consiglio federale sarà quello di porre fine all’attività di organizzazioni di aiuto al suicidio come Exit o Dignitas?
Io personalmente non lo voglio, ma non so quale sarà a questo proposito la posizione del Consiglio federale. Quello che io voglio è che queste organizzazioni operino nel quadro di regole chiare e trasparenti, che vengano imposti criteri precisi in merito alle qualifiche del personale che accompagna chi desidera morire, che simili organizzazioni dispongano di un accompagnamento medico e sociale qualificato che assicuri un corretto trattamento delle persone che si rivolgono a loro. Questi sono per me alcuni criteri indispensabili.

Signora Widmer-Schlumpf, lei è di confessione evangelica riformata. Che rapporto c’è tra la sua fede e le decisioni che è chiamata a prendere nell’ambito ad esempio del suicidio assistito?
La mia convinzione religiosa si riflette nel mio modo di essere e di agire, questo è chiaro. E ciò vale anche per le mie convinzioni etiche. Credo che questo sia comune a tutte le persone: le convinzioni più profonde affiorano e si manifestano. Nel contempo cerco però di trovare delle soluzioni - e questo fa parte dei miei compiti precisi - che possano essere condivise dalla maggioranza delle cittadine e dei cittadini (intervista a cura di Paolo Tognina).

Il dibattito politico recente
Nell’ottobre del 2006, la Commissione nazionale d’etica per la medicina (CNE) ha presentato dei criteri che dovrebbero far parte di una legge sulle organizzazioni di assistenza al suicidio. Tra questi, l’accertamento della capacità di discernimento del candidato al suicidio, la limitazione dell’assistenza a persone il cui desiderio di morte dipende da una grave sofferenza dovuta a malattia, l’assenza di pressioni dall’esterno, l’accertamento della volontà del paziente attraverso colloqui personali e ripetuti, la presa in considerazione di un secondo parere.
Il governo federale si era finora espresso contro l’introduzione di una legge sul suicidio assistito. In particolare il consigliere federale Christoph Blocher, ministro della giustizia, aveva ribadito che “possibili abusi nel quadro del suicidio assistito devono essere impediti attraverso un’applicazione coerente del diritto penale e della legislazione sanitaria”. La successora di Blocher, Eveline Widmer-Schlumpf ha invece imboccato una strada diversa e sostiene l’introduzione di una legge federale in materia.

Il contesto e la terminologia
La Svizzera è più liberale per quanto concerne l’eutanasia rispetto alla maggior parte dei paesi europei, ad eccezione dell’Olanda e del Belgio, che autorizzano, a certe condizioni, l’eutanasia attiva (il gesto viene compiuto da una persona terza).
In Svizzera l’eutanasia attiva diretta è assimilata all’omicidio, dunque punibile.
L’eutanasia attiva indiretta (p. es. amministrare delle forti dosi di morfina) non è punibile.
L’eutanasia passiva (sospendere la terapia) non è punibile.
L’aiuto al suicidio passivo (il paziente viene accompagnato, ma compie da solo il gesto finale) è autorizzato (fonte: swissinfo)

Nella foto (swiss-image): Eveline Widmer-Schlumpf



http://www.voce-evangelica.ch/index.cfm?method=articoli.notizie_gen&id=9008

Un’infermiera del Somerset (Inghilterra) rischia il licenziamento per essersi offerta di pregare per una paziente

Preghiere pericolose
Editoriale del 4/2/2009, 12:26


«Un’infermiera del Somerset (Inghilterra) rischia il licenziamento per essersi offerta di pregare per una paziente. Caroline Petrie è stata sospesa dal servizio per aver offerto sostegno cristiano durante una visita a casa ad una donna anziana».

Le notizie che arrivano dalla Gran Bretagna, sono sempre istruttive.
Riassunto delle puntate precedenti: nella patria del diritto e della libertà non è possibile festeggiare una ricorrenza che abbia un sentore religioso; è vietato indossare un oggetto configurabile come cristiano; è proibito pregare per chi ci sta vicino.

Come se non bastasse, ora è censurabile addirittura chiedere a un proprio paziente se apprezzerebbe la nostra preghiera nei suoi confronti.

L’infermiera faceva proprio questo: si limitava a chiedere ai suoi pazienti se volessero ricevere una preghiera. Si tratta di un gesto che, in un paese civile, verrebbe considerato pietoso e gentile, se non addirittura umano.

Chi soffre, di solito, sente il bisogno di dare un senso al suo dolore, cerca di comprendere la sua condizione, si interroga sulla vita e - talvolta - sulla morte. Una parola gentile che scaturisce da una fede serena può dare più sollievo di un farmaco.

Interessante notare anche che - stando al Corriere - l’infermiera correttamente non imponeva la preghiera, e si asteneva perfino dal proporla a coloro che riteneva potessero venir turbati da una simile offerta: e infatti a segnalare il caso è stata una anziana signora che, ironia della sorte, si definisce cristiana, e che ha riferito il fatto a un’altra infermiera, a quanto pare pronta a riferire alla direzione l’increscioso incidente.

Tant’è: l’infermiera è stata sospesa per aver voluto andare oltre, aiutare in ogni modo a lei possibile i malati che le erano stati affidati, certa che la malattia non sia solo un accidente fisico, ma (difficilmente si potrà sostenere il contrario) rattristi anche lo spirito.

Apprendiamo quindi che, in un paese laico e libero, l’infermiera deve limitarsi a fasciare le piaghe e tacere. Curioso, decisamente. Ci avevano raccontato che per certe professioni è necessaria una vocazione, specialmente quando si tratta di sopportare il peso di un contatto quotidiano con la sofferenza del prossimo: per questo ci eravamo illusi che la solidità spirituale potesse essere un valore aggiunto per chi opera in settori delicati come la sanità.

E invece no. Scopriamo che il medico, asettico nel suo camice bianco, deve limitarsi a guardarci come guarderebbe una cavia da laboratorio, considerando la nostra patologia come una semplice sfida e la nostra persona come un banale ammasso di reazioni fisiochimiche. Non dovrebbe proferire parola, perché potrebbe urtare la sensibilità del paziente; non dovrebbe accennare un sorriso, perché potrebbe offendere il credo di chi vede la malattia come un dono; non dovrebbe elargire rassicurazioni, perché potrebbe turbare la fede del paziente fatalista.

Un paese con un sistema sanitario come questo sarà sicuramente un paese laico. Ma, francamente, non lo definiremmo un paese libero.

biblicamente - uno sguardo cristiano sull’attualità

pj@evangelici.net



http://www.evangelici.net/editoriali/1233746761.html

IN PIAZZA QUELLI CHE VOGLIONO LA SOSPENSIONE DELL’ALIMENTAZIONE E IDRATAZIONE!

IN PIAZZA QUELLI CHE VOGLIONO LA SOSPENSIONE DELL’ALIMENTAZIONE E IDRATAZIONE!
CENTRO SOLIDARIETA' SOCIALE
21 FEBBRAIO 2009 IN PIAZZA COLORO CHE SI OPPONGONO AL DECRETO LEGGE
CHE VIETA LA SOSPENSIONE DELL'ALIMENTAZIONE E DELL'IDRATAZIONE NEL TESTAMENTO BIOLOGICO.
IN PRATICA SCENDONO IN PIAZZA COLORO CHE SONO FAVOREVOLI A FAR MORIRE I MALATI E GLI INVALIDI
NELLA STESSA MANIERA DI TERRY SCHIAVO ED ELUANA ENGLARO FATTE MORIRE SPIETATAMENTE
DI FAME E DI SETE.


http://groups.google.com/group/centro-di-solidarieta-cristiana?hl=it

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La manifestazione “Sì al testamento biologico, no alla tortura di Stato” è confermata domani con inizio alle 15 a piazza Farnese a Roma.
Alle 17/17.30 interverrà per collegamento telefonico Beppino Englaro. Dal palco interverranno Mina Welby, il decano della facoltà teologica valdese Daniele Garrone, dom Giovanni Franzoni per le comunità cristiane di base, Dacia Maraini, Lidia Ravera, il direttore del Manifesto Gabriele Polo, un medico impegnato nelle cure palliative per i malati terminali, Emma Bonino, e alcuni dei promotori dell’appello che è all’origine della manifestazione: Andrea Camilleri, Furio Colombo, Paolo Flores d’Arcais, Pancho Pardi e Stefano Rodotà.

Italia dei valori, Rifondazione comunista, Sinistra democratica, Partito radicale, hanno aderito alla manifestazione invitando i loro militanti a partecipare, ma senza bandiere di partito, come chiesto dagli organizzatori.

L’Italia dei valori ha messo a disposizione le sue strutture tecniche e tutte le sue risorse per la realizzazione del palco e i problemi logistici e organizzativi, e Antonio Di Pietro sarà presente ma ha chiesto di non prendere la parola, proprio in nome dello spirito di servizio verso una iniziativa autonoma della società civile con cui il suo partito ha fornito il suo apporto.

(20 febbraio 2009)
Sì alla vita, no alla tortura di stato
21 preti aderiscono alla manifestazione di piazza Farnese
Hanno aderito alla manifestazione del 21 febbraio numerosi preti della Chiesa cattolica. Ne diamo un primo elenco, a dimostrazione che è solo la Chiesa gerarchica, non la Chiesa in quanto tale, impegnata nell’imporre una legge che toglie ai cittadini la loro vita e il diritto di decidere di fronte alla malattia terminale.

don Franco Barbero (Pinerolo), don Vitaliano della Sala (Sant’Angelo a Scala, Avellino), don Paolo Farinella (Genova), don Enzo Mazzi (Firenze), don Raffaele Garofalo (Pacentro, l’Aquila), don Carlo Carlevaris (Torino), padre Nino Fasullo (Palermo), dom Giovanni Franzoni (Roma), don Angelo Bertucci (Rovereto), don Mario Signorelli (Bergamo), don Roberto Fiorini (Mantova), don Luigi Forigo (Verona), don Gianni Alessandria (Mantova), don Aldo Antonelli (Antrosano, l’Aquila), don Nicola De Blasio (Benevento), don Angelo Cassano (Bari), padre Pierangelo Marchi (Caserta), don Renzo Fanfani (Firenze), padre Benito Maria Fusco (Bologna), don Andrea Gallo (Genova), don Alessandro Santoro (Firenze)

(16 febbraio 2009)



Altrachiesa
21 febbraio, l’adesione di Maria Bonafede (pastora valdese) e Daniele Garrone (teologo valdese)

Maria Bonafede, pastora valdese, e Daniele Garrone, Decano della Facoltà valdese di teologia di Roma, hanno dato la loro adesione alla manifestazione "Sì alla vita, no alla tortura di Stato", che si svolgerà sabato 21 febbraio a Roma in piazza Farnese.
Daniele Garrone, che prenderà anche la parola dal palco, ha rilasciato a MicroMega la seguente dichiarazione:
"Aderisco alla manifestazione del 21 febbraio perché non voglio che il diritto di rifiutare cure mediche – come sono ad es. l’alimentazione e l’idratazione forzata – sancito dalla Costituzione sia piegato ad una particolare concezione religiosa che invece pretende di valere come norma, fondamento e Verità per tutti. Sostengo che questa mia/nostra rivendicazione è più giusta di quella del cosiddetto “popolo della vita” e delle gerarchie romane, perché la libertà che io rivendico per me non coarta quella altrui di decidere per se in senso opposto, mentre la posizione cosiddetta della Vita obbliga me ed altri a vivere e morire come altri ha sancito, al posto mio, in nome della sua verità. Come credente voglio vivere e morire sottomesso solo al mio Signore, che non mi inchioda ad un legge, ma mi dona la sua compassione, e voglio camminare con la schiena dritta e a testa alta, cioè da adulto responsabile, di fronte a chi vuole legiferare anche per me, e che in nome di Dio si erge a mio tutore."

(20 febbraio 2009)


Noi Siamo Chiesa aderisce alla manifestazione e attacca la Chiesa oltranzista delle gerarchie

Cari amici promotori della manifestazione di Piazza Farnese,
grazie per avere preso questa iniziativa.
Il clamore mediatico di queste settimane ha paradossalmente ostacolato la conoscenza del fatto che, nel tessuto diffuso del mondo cattolico, esiste un reale disagio sulla esagitata campagna delle gerarchie ecclesiastiche sul caso Englaro e ora sul testamento biologico.Tra i credenti questa campagna è stata gestita dall’ala fondamentalista, mentre molto larga, ma troppo silente, è stata la richiesta di “silenzio e preghiera” ed un’altra componente, quella a cui apparteniamo, ha esplicitamente richiesto che Eluana riposasse in pace e che prevalessero, insieme alle sentenze della magistratura, il buonsenso e la carità cristiana.
Il nostro atteggiamento in questo caso (non sempre in altri) si fonda su posizioni ecclesiali che dovrebbero essere del tutto acquisite (come quelle, ormai ben note, contenute nel cap.2278 del Catechismo ufficiale della Chiesa) e su testi inequivocabili del Concilio Vaticano II che “onora come sacra la dignità della coscienza e la sua libera decisione” (“Gaudium et Spes” cap. 41).
L’ideologia oltranzista, che ora è prevalsa, si rifà alla cultura del “sabato” che Gesù deplorava (Mc 2,27 “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!”).

Il progetto di legge sul testamento biologico, che è ora in discussione, non rispetta la funzione del medico, che deve essere sempre amico e collaboratore del malato ma non suo controllore o padrone, che deve occuparsi di tutelare la vita ma non accanirsi, oltre ogni logica, per la vita. La dichiarazione di fine vita viene burocratizzata fino a diventare quasi impossibile; soprattutto non viene rispettato quanto dice l’art. 32 della Costituzione. Per quanto riguarda l’alimentazione e l’idratazione, perché accettare questa invadenza della medicina e della tecnologia oltre ogni limite nei confronti di chi, per volere della Provvidenza (o del destino) è giunto alla fine del suo percorso e, per noi credenti, un altro lo attende, più sereno e più felice ? Perché usare il termine “eutanasia” quando di altro si sta parlando, cioè di accanimento ?

Perché poi continuare in una contrapposizione tra l’identità “cattolica” che, da sola e sempre, difenderebbe la vita e quella “laica” che spregiudicatamente sarebbe disposta a facili cedimenti etici? Tutti i credenti, senza erigersi a maestri dovrebbero offrire a tutti la ricchezza della loro vita spirituale e della loro sensibilità morale per dialogare sui problemi della vita e della morte come si pongono ora e per cercare insieme le risposte delle istituzioni a problemi nuovi e complessi che la scienza pone oggi all’inizio del terzo millennio.

Cari amici, sulle questioni che riguardano più specificatamente i tentativi di mettere in discussione la Costituzione, siamo del tutto d’accordo con l’appello per sabato: è necessaria una nuova fase di Resistenza che coinvolga tutte le forze sane e democratiche del paese. Abbiamo già resistito altre volte in questi ultimi anni. Ce la faremo ancora.

Con ogni amicizia per “Noi Siamo Chiesa”
Vittorio Bellavite, portavoce
Roma 18 febbraio 2009
www.noisiamochiesa.org

(18 febbraio 2009)

http://temi.repubblica.it/micromega-online/17-sacerdoti-aderiscono-alla-manifestazione-di-piazza-farnese/

Medici italiani: denuncia clandenstini percorso rischioso

U.E. - ITALIA
Medici italiani: denuncia clandenstini percorso rischioso
22 Febbraio 2009
La possibilita' di denuncia degli immigrati irregolari da parte dei medici, come previsto da un emendamento al Ddl sicurezza in discussione in Parlamento, 'creera' percorsi clandestini di cura, sottraendo al controllo della sanita' pubblica le patologie diffusive emergenti che rappresentano un grave pericolo per ogni individuo e per la societa' tutta e che oggi sono monitorate e controllate'. Questo l'allarme contenuto in un documento approvato all'unanimita' dal Consiglio nazionale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo). Il Consiglio nazionale si appella quindi al parlamento 'con un fermo richiamo alle superiori esigenze di tutela della salute oltre che agli imprescindibili principi di solidarieta', patrimonio storico della nostra nazione'. Inoltre, si legge nel documento 'il Consiglio nazionale della Fnomceo sara' vicino ai colleghi che dovessero incorrere in procedimenti sanzionatori per aver ottemperato agli obblighi deontologici'.


http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/noti.php?id=251104


Sanzioni al medico che denuncia l'irregolare

I medici che denunciano gli immigrati irregolari, ai quali hanno prestato assistenza, potranno essere sanzionati per violazione del Codice deontologico. Il Consiglio nazionale della Fnomceo (la Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri), che nelle scorse settimane aveva già manifestato un «forte dissenso» all'emendamento al Ddl sicurezza che abroga il divieto di denunciare alle autorità gli immigrati irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie pubbliche, ha approvato ieri all'unanimità un documento per ribadire le proprie perplessità sul provvedimento. Ma anche per chiarire che la procedura di segnalazione si pone «in netto contrasto con i principi della deontologia medica, espressi in particolare dal giuramento professionale e dall'articolo 3 del Codice deontologico, che impongono ai medici di curare ogni individuo senza discriminazioni legate all'etnia, alla religione, al genere, all'ideologia, di mantenere il segreto professionale e di seguire le leggi quando non siano in contrasto con gli scopi della professione». Quindi per quei medici che si attenessero alla novità contenute nel Ddl sicurezza approvato in prima lettura al Senato potrebbero scattare sanzioni disciplinari.
Viceversa, la Fnomceo si schiererà a fianco dei professionisti che, non segnalando gli irregolari e dunque non rispettando il contenuto dell'emendamento, «dovessero incorrere in procedimenti sanzionatori per aver ottemperato agli obblighi deontologici».
Il Consiglio nazionale guidato da Amedeo Bianco, inoltre, ha sottolineato il pericolo insito nella possibilità di denuncia, «che creerà percorsi clandestini di cura, sottraendo al controllo della sanità pubblica le patologie diffusive emergenti che rappresentano un grave pericolo per ogni individuo e per la società tutta e che oggi sono monitorate e controllate».
Per questi motivi medici e odontoiatri italiani sollecitano un'audizione urgente per spiegare e motivare nel dettaglio la propria contrarietà all'intervento. «Il Consiglio nazionale – si legge nel documento – si appella al Parlamento con un fermo richiamo alle superiori esigenze di tutela della salute oltre che agli imprescindibili principi di solidarietà, patrimonio storico della nostra nazione. E sollecita pertanto la Camera a non approvare questo emendamento, contrastante con i principi fondanti del rapporto persona malata e medico, ripristinando quanto previsto dalla normativa precedente».


La regola etica









- Codice deontologico dei medici, articolo 3





Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell'Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza distinzioni di età, di sesso, di etnia, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia,in tempo di pace e in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera. La salute è intesa nell'accezione più ampia del termine, come condizione cioè di benessere fisico e psichico della persona


http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2009/02/clandestini-medici-sanzioni.shtml?uuid=0142d4d4-00e2-11de-adfb-17df2b70019f&DocRulesView=Libero

venerdì 13 febbraio 2009

COLESTEROLO: MEGLIO DUE FARMACI

ultimo aggiornamento 12 Febbraio 2009
Colesterolo cattivo? Meglio due farmaci

Pazienti a rischio: minori effetti collaterali e più efficacia rispetto a dosi maggiori di un'unica sostanza

di Gian Franco Gensini * e Carlo Maria Rotella **

Nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare, con alterazione dei valori di pressione arteriosa, emoglobina glicata e colesterolo LDL, per quest'ultimo parametro, il colesterolo LDL, il livello minimo da raggiungere è 70 mg/dL, secondo gli studi statunitensi, e 80 mg/dL, secondo quelli europei, contro i 100 mg/dL consigliati in tutti gli altri soggetti. In questi pazienti è però obiettivamente difficile raggiungere tali traguardi, sia per la necessità di impiegare farmaci ad alte dosi, sia perché spesso queste persone non assumono correttamente la terapia, tralasciando qualche compressa o autoriducendo le dosi.
Pertanto, allo scopo di verificare se una nuova terapia per ridurre il colesterolo, costituita da un'associazione fissa di ezetimibe e simvastatina, fosse più efficiente di un raddoppio della dose di sola simvastatina, sono stati condotti - in Italia e su pazienti italiani - gli studi Dialogue e Lead.
La premessa dei due studi è legata alle caratteristiche dei due farmaci. La simvastatina, medicinale già ben conosciuto nel nostro paese, blocca la produzione di colesterolo da parte del fegato, mentre l'ezetimibe, introdotto in Italia più di recente, riduce l'assorbimento intestinale del colesterolo alimentare, vale a dire quello ingerito con i cibi. Si è voluto quindi testare se mettere insieme nella stessa compressa piccole dosi dei due farmaci portasse a una maggiore riduzione del colesterolo LDL che non il raddoppio della dose di simvastatina.
Sono stati arruolati nello studio 199 pazienti ad alto rischio che avevano ancora un colesterolo LDL elevato, nonostante tutti fossero già in cura con una dose di partenza di simvastatina da 20 mg. Il 40 per cento di loro aveva anche il diabete e un altro 40 per cento era costituito da donne. I pazienti sono stati quindi divisi in due gruppi: 106 hanno continuato raddoppiando la dose di simvastatina (40 mg), mentre 93 sono passati a una terapia con una pillola contente ancora simvastatina 20 mg, ma con l'aggiunta di ezetimibe 10 mg.
Dopo sei settimane di osservazione, il gruppo con ezetimibe presentava un colesterolo LDL ridotto del 28,7 per cento rispetto al basale, contro una riduzione del 16,1 per cento nel gruppo con il raddoppio di simvastatina. Allo stesso modo, la possibilità di raggiungere nei pazienti con ezetimibe, il traguardo degli 80 mg/dL per il colesterolo LDL è risultata cinque volte superiore al raddoppio di simvastatina. Un risultato, questo, reso ancora più importante dal fatto che tutti i pazienti partivano già da livelli relativamente bassi di colesterolo LDL (circa 126 mg/dL), in quanto già in terapia con simvastatina, a conferma del fatto che spesso non basta aumentare le dosi di un singolo farmaco, ma conviene associargliene un altro, con la stessa indicazione, ma con un diverso meccanismo d'azione. Dal punto di vista della sicurezza per il paziente, l'associazione ezetimibe/simvastatina è stata molto ben tollerata.
In conclusione, dagli studi italiani Dialogue e Lead arriva una nuova possibilità terapeutica in più per consentire ai pazienti ad alto rischio di avere un maggior controllo dei loro livelli di colesterolo: ezetimibe, associato in un'unica compressa a simvastatina, rappresenta infatti un farmaco potente, efficace e sicuro.

* Ordinario di Cardiologia e
Medicina interna
** Ordinario di Endocrinologia Università di Firenze

http://www.repubblica.it/supplementi/salute/2009/02/12/medicinapratica/010cat61010.html