martedì 26 agosto 2008

SALUTE-PRESENTE NEL TABACCO IL POLONIO

Tecnoscienze
Le pesanti accuse dei ricercatori pentiti
Polonio nelle sigarette, le multinazionali sanno ma tacciono
Presente nel tabacco l'elemento che causa il tumore ai polmoni


Washington, 26 ago. - Nelle sigarette è presente il Polonio 210, sostanza che causa il tumore ai polmoni, e, ciò che è peggio, le multinazionali del tabacco lo sapevano da 30 anni, e hanno taciuto per non perdere profitti. Lo rivela un articolo che sarà pubblicato nell'edizione di settembre dell'American Journal of Public Health.

La pesantissima accusa si basa sulle testimonianze di un'equipe di ricercatori guidati da Monique Muggli, della Mayo Clinic del Minnesota. Il Polonio 210, che tanto per capirci è la stessa sostanza responsabile della morte della spia russa Alexander Litvinenko, è da sempre presente nel tabacco, e quindi anche nelle sigarette. Secondo la Muggli, le multinazionali del tabacco, prima fra tutte la Philip Morris, sono a conoscenza del problema da almeno trent'anni, ma, non essendo riuscite a rimuovere il Polonio nemmeno ricorrendo all'ingegneria genetica, avrebbero preferito mettere a tacere la cosa.

Ovviamente, essendo l'industria del tabacco una delle lobby più potenti negli Usa, la testimonianza è già stata screditata dagli avvocati delle multinazionali. Tra le motivazioni della difesa, spicca il fatto che "il polonio è presente anche nelle fragole". Insomma, un pò la situazione dipinta dal film Thank You for Smoking, che già un paio di anni fa dipingeva una situazione molto simile a quella attuale.

Massimo Miato

•Ue, arriva la sigaretta che non provoca incendi •Tumore ai polmoni le donne rischiano di piu' •Ritorna la Giornata Mondiale senza Tabacco •Non hai le rughe? Niente sigarette •Smettere ti fa bella. Bellezza batte fumo 1-0

http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=18014&titolo=Polonio%20nelle%20sigarette,%20le%20multinazionali%20sanno%20ma%20tacciono

lunedì 25 agosto 2008

SALUTE : LA DIETA MEDITERRANEA CONTRO L'OBESITA'

MED - Obesità, Coldiretti: Tornare alla dieta mediterranea


Roma, 25 ago (Velino) - "Un terzo dei ragazzi italiani è obeso o in soprappeso non solo per la ridotta attività fisica ma anche per effetto del progressivo abbandono a tavola dei principi della dieta mediterranea. Dieta che con pane, pasta, frutta, verdura, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari hanno consentito agli abitanti del Belpaese di conquistare fino ad ora il record della longevità con una vita media di 78,6 anni per gli uomini e di 84,1 anni per le donne, nettamente superiore alla media europea". Lo afferma la Coldiretti nel commentare lo studio di un gruppo di ricercatori dell'Università statunitense dell'Iowa, pubblicato sulla rivista Journal of Pediatrics, che raccomanda innanzitutto attività fisica, 13 mila passi al giorno per i maschi e 11 mila per le femmine, e poca televisione (non più di due ore al giorno), per evitare i chili di troppo già nell'infanzia tra i 7 e i 12 anni.

"La radicata cultura alimentare fondata sulla dieta mediterranea, secondo l'organizzazione agricola non ha 'salvato' i giovani italiani, come confermano i dati preoccupanti sull'aumento dei casi di obesità o soprappeso, dovuti a una non corretta alimentazione, che riguardano un terzo dei ragazzi attorno ai dieci anni. "La principale causa va individuata non solo nel minor esercizio fisico ma anche nel consumo di cibi grassi e ricchi di zucchero come le bibite gassate e per questo occorre intervenire nelle case e nelle scuole con una maggiore attenzione ai menu. Anche a quelli delle mense dove deve essere garantita la presenza di cibi sani come i prodotti tradizionali e la frutta e verdura locale che troppo spesso mancano dalle tavole delle giovani generazioni. I ragazzi di questa generazione per la prima volta nella storia, potrebbero essere - sottolinea la Coldiretti - i primi ad avere una vita più breve dei propri genitori proprio per colpa delle malattie causate dall'obesità e dal soprappeso, secondo l'allarme lanciato dal Congresso Internazionale sull'Obesità di Sidney in Australia. Le malattie collegate direttamente all'obesità sono responsabili - precisa - di ben il 7 per cento dei costi sanitari dell'Unione europea poiché l'aumento di peso è un importante fattore di rischio per molte malattie come i problemi cardiocircolatori, il diabete, l'ipertensione, l'infarto e certi tipi di cancro, sulla base dei dati Ue".

La Coldiretti sta realizzando il progetto "Educazione alla Campagna Amica" che coinvolgerà nel prossimo anno scolastico oltre centomila alunni delle scuole elementari e medie in tutta Italia che parteciperanno a tremila lezioni in programma nelle fattorie didattiche e agli oltre cinquemila laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole e in classe. "L'obiettivo – sostiene la Coldiretti - è quello di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei pr
Tecnoscienze
Ricerche delle universita' inglesi annunciano una interessante scoperta odotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell'agricoltura con i cibi consumati ogni giorno. Un obiettivo che - conclude - può anche essere incentivato con l'aiuto dei nuovi distributori automatici di frutta e verdura snack che si stanno diffondendo e dove è possibile acquistare frutta fresca, disidratata o spremute senza aggiunte di zuccheri o grassi come alimento rompi-digiuno per una merenda sana alternativa al “cibo spazzatura”.

(com/esp) 25 ago 2008 16:54


http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=621552

CARDIOLOGIA : L'ASPIRINA CONTRO L'INFARTO

Tecnoscienze
Ricerche delle universita' inglesi annunciano una interessante scoperta
Aspirina: La nuova frontiera anti-infarto
Attenzione alle controindicazioni, senza mai dimenticare la prevenzione


Londra, 25 ago. - Prevenzione di massa contro l'infarto con l'aspirina. Ebbene sì: un uso quotidiano dopo i 50 anni può portare a ridurre del 10% gli infarti. In Italia sarebbero 20 mila casi l’anno, sui 200 mila casi di italiani segnalati per 'attacchi cardiaci' . Parola della “British Heart Foundation” e del suo studio nelle Università di Nottingham e Sheffield.

Gli esperti inglesi invitano a migliorare i propri stili di vita. “Comunque è un'idea sensata - ha detto il dott. Luciano Caprino, esperto di farmaci antiaggreganti - e tale riduzione ne giustifica l’uso”.

Bisogna prestare attenzione alle controindicazioni che riguardano lo stomaco, piccole emorragie e complicazioni renali. Si consigliano quindi, dosi molto basse a stomaco pieno, ovvero la cosiddetta “aspirinetta”. ”In futuro - ha concluso Caprino - sarà phttp://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=38&ID_articolo=904&ID_sezione=243&sezione=
ossibile individuare con test biochimici e funzionali le persone più a rischio e concentrare su di esse le terapie”.

Inoltre si offrirebbe prevenzione nei casi di tumori alla bocca, gola ed esofago. Per l’Istituto di Ricerche Farmacologiche ”Mario Negri”, la riduzione del rischio riguarda anche i tumori del tratto aerodigestivo superiore e dell'intestino.

Giambattista Salis

•Le 101 invenzioni che hanno cambiato il mondo •Ora l'Aspirina non avra' effetti collaterali •Aspirina Coop a 2 euro •La vitamina C rallenta la crescita dei tumori



http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=17962&titolo=Aspirina%20La%20nuova%20frontiera%20anti-infarto

SALUTE-IL PERICOLO DEGLI ZUCCHERI

NEWS
25/8/2008

Il circolo vizioso degli zuccheri: danneggiano le cellule





ROMA
Arriva un’amara notizia per gli amanti dei dolci. A lungo andare, una dieta scorretta e ricca di zuccheri è capace di danneggiare le cellule del cervello che tengono a freno l’appetito, spianando così la strada che porta all’obesità.

La scoperta è di un gruppo di ricercatori guidato da Zane Andrews, neuroendocrinologo dell’università australiana di Monash, che in uno studio pubblicato da Nature indaga i meccanismi che regolano lo stimolo della fame nel cervello. Dopo i pasti, come spiegano i ricercatori, le cellule del cervello che servono a tenere a bada l’appetito (i neuroni Pomc) vengono attaccate dai radicali liberi normalmente prodotti dal nostro organismo.

Se però a tavola ci concediamo troppi cibi ricchi di zuccheri, l’attacco di questi radicali liberi si fa ancora più imponente. Col passare degli anni, queste continue aggressioni danneggiano i neuroni Pomc, che non controllano più l’appetito favorendo l’obesità. «Più zuccheri mangiamo - spiega Andrews - più danneggiamo le nostre cellule blocca-fame. Gli individui più a rischio sono quelli tra i 25 e i 50 anni, perchè i neuroni che impediscono di mangiare in eccesso sono già stati spazzati via». I radicali liberi, specificano poi i ricercatori, attaccano anche i neuroni che stimolano la fame, ma questi, a differenza dei Pomc, sono protetti da una particolare proteina chiamata Ucp2.

Consumare cibi ricchi di zuccheri, quindi, porta ad un circolo vizioso in cui più si mangia più si ha fame. Ma non tutti gli zuccheri sono uguali: quelli più dannosi, come spiega il nutrizionista Michele Carruba, sono quelli semplici, contenuti per esempio nei dolci. «Quando ne ingeriamo troppi - spiega l’esperto - i loro livelli nel sangue raggiungono rapidamente picchi elevati».

Le cellule, che hanno negli zuccheri il loro carburante, sono così costrette a bruciarne grandi quantità in poco tempo, non senza conseguenze. «Quando la cellula ossida gli zuccheri per produrre energia - aggiunge Carruba - si ha la formazione di radicali liberi, che se generati in eccesso possono causare danni». A lungo andare, una dieta squilibrata può dunque creare problemi ai neuroni del cervello, come quelli "blocca-fame", ma in genere a tutte le cellule dell’organismo.

«In particolare - continua il nutrizionista - vengono colpite le cellule del pancreas (cosa che predispone all’insorgenza del diabete) e viene favorito l’aumento di peso»: i radicali liberi, infatti, attaccano i mitocondri, i "motori" delle cellule dove si brucia la "benzina". Se questi vanno fuori uso o perdono funzionalità, gli zuccheri non vengono consumati e si accumulano sottoforma di grasso.

Nessuno problema però per gli amanti di pane e pasta, i protagonisti della dieta mediterranea che non contengono zuccheri semplici ma complessi come l’amido. «Questi alimenti - rassicura Carruba - non creano problemi perchè liberano glucosio lentamente e non generano picchi pericolosi di zuccheri nel sangue».

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=38&ID_articolo=904&ID_sezione=243&sezione=

venerdì 22 agosto 2008

PRENDERE IL SOLE AL SENO FA MALE

Prendere il sole in topless fa male alla pelle del seno?
Ovviamente sia chiaro che la mia domanda è giustificata da una ignoranza in materia... Nessuna malizia.
Vorrei solo sapere se la pelle del seno è più delicata rispetto alla pelle del resto del corpo e se quindi faccia male prendere il sole in topless.
Fa male alla pelle in quanto molto delicata e anche alla ghiandola mammaria...

il sole attiva i radicali liberi, responsabili dell'invecchiamento della pelle. un po' di sole fa bene perchè sintetizza la vitamina D ma senza una protezione solare adeguata e costante, la pelle sottoposta a lunghe esposizioni perde elasticità e morbidezza. quindi seno o no, la pelle è delicata e va rispettata altrimenti rughe e secchezza appariranno presto ed è irreversibile. se il tono della pelle del seno si distente, i seni si afflosciano

la pelle del seno soprattutto l'aoreola la parte attorno ai capezzoli è molto più delicata delle altre parti del corpo in quanto la meno esposta ai raggi solari e lì mi pare che vi siano meno melanociti (di questo però nn ne sono sicurissima)... quindi se vuoi prenderti il sole utilizza in quella zona maggiore protezione sopratutto in questa zona.
il sole fa male a tutta la pelle!
....credo che li in particolare ci sia una pelle più sensibile...io al mare e quando mi faccio le lampade mi do sempre una protezione più alta sul seno sul viso e sul collo......
....e protezione totale sui capezzoli!

http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20070507063720AAbJ3aS

BAMBINI-NON DEVONO STARE NUDI IN SPIAGGIA

PROBLEMI SUL NUDISMO DEI BIMBI IN SPIAGGIA
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Ciao a tutti ragazzi e ragazze ^_^

Volevo affrontare questo nuovo argomento:

Secondo voi è bene o male, alla luce di tutti gli avvenimenti di pedofilia e di molestie sessuali sui minori ai quali abbiamo assistito negli ultimi anni, mostrare i genitali dei bambini in luoghi come la spiaggia?
E' pericoloso permettere ai bambini di giocare serenamente nudi in mezzo alla gente?
Potrebbero isitgare pensieri a sfondo pedofilo e sessuale nelle menti di chi guarda, in caso sia affetto da disturbi della sfera sessuale a sfondo pedofilo?
Me lo son sempre chiesta...e non vi nego che quando vedo bambini nudi in spiaggia temo sempre che possano innocentemente attirare a sè certe persone dalle intenzioni non troppo buone.
Secondo voi i genitori o chi si occupa dei bambini devono necessariamente fargli indossare il costune da bagno o è lecito lasciarli liberi in quanto innocenti e non ancora affetti dal pudore tipicamente adulto?
Mi interrogavo su questo e vorrei sentire cosa ne pensate...
Grazie a tutti coloro che posteranno ^_^
http://community.girlpower.it/bambini-nudi-spiaggia-preoccupante-per-gli-abusi-vt81246.html


Bambini nudi in spiaggia?
allora mi viene un nervoso vedere quelle madri che in spiaggia lasciano nudi i bambini!!! E li fanno sedere x terra sulla sabbia!!!! Ma nn capiscono k così si possono prendere infezioni?!? e poi tutti quei granuli di sabbia k ti possono entrare.......! K rabbia!!!!!
nn ho mai visto dll mamme far mettere il perizoma alle figlie (bambine) sconvolgente


Sono daccordissimo con te!!!E'davvero triste lasciare i bimbi nudi in spiaggia solo perche'non sono ancora sviluppatti e ignari del senso del pudore!!!
La sabbia e'la cosa piu'sporca ke esista...e'un party di germi!!!Cosa gli costa mettergli un costumino???
Ke Dio mi fulmini se in futuro faro'lo stesso con i miei figli!!!
Ciao!!!
concordo con quello che hai scritto, ed aggiungo inoltre che le spiagge sono il paese della cuccagna per i pedofili, dove possono fare tutte le foto e le riprese video che vogliono ai bambini più o meno vestiti.

Non è igienico, io credo che il costumino ai miei figli lo metterò sempre; magari il lato positivo è che il bambino sviluppa un buon rapporto con il proprio corpo, ma ribadisco che non è igienico...


io più che dei virus e della malattie che possono essere tranquillamente guariti..mi preoccuperei dei maiali schifosi che allungano l'occhio...

Si, lo noto sempre anch'io.
Devo dirti che la cosa mi fa proprio schifo!


Io sono daccordo più per una prevenzione contro la pedofilia che per le infezioni.
Ho letto da qualche parte, che le infezioni sono procurate più dal contatto con asciugamani o tessuti da spiaggia, che sono stati a contatto con persone soggette a patologie infettive, in particolare della pelle, che a contatto con la sabbia.
La sabbia infettata si trova nelle zone dell'Africa e Tropicali in genere.
Qui, possono esserci spiaggie infette solo nei pressi di scarichi fognari o su luoghi di ex zone industriali (vedi ex Italsider a Bagnoli quartiere di Napoli).
Il Mare invece, in molte delle nostre zone è inquinato da batteri fecali e da altri tipi molto pericolosi per la pelle e per i genitali, anche se l'acqua è limpida e trasparente,
Allora è li che bisogna che i bambini siano protetti col costume.
La cosa sconvolgente inammissibile, è anche far indossare a piccole bambine il costume a perizoma.
Le mamme in questione sono incoscienti

a me sinceramente fanno più schifo le babbione con le tette esposte che penzolano fino alle ginocchia...
o perizomi su sederoni carichi di cellulite.....

http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20070820030354AAXkSFr

mercoledì 20 agosto 2008

Il sonno ha la funzione di riorganizzare i propri ricordi

Il sonno ha la funzione di riorganizzare i propri ricordi



Agli 88 volontari che si sono sottoposti alla sperimentazione, gli studiosi hanno mostrato diverse immagini, alcune rappresentanti per esempio una macchina parcheggiata lungo una strada, altre, invece, ritraevano scene di maggior impatto emotivo come un incidente.

Ha fatto seguito un test per verificare la qualità dei ricordi e una divisione dei volontari in tre gruppi, in cui i primi dovevano stare svegli per 12 ore di seguito, i secondi dormire per 12 ore mentre agli ultimi è stato chiesto di ricordare le immagini 30 minuti dopo la visione.

E’ emerso che i volontari rimasti svegli per 12 ore avevano dei ricordi vaghi in merito alle scene “negative”, al contrario di coloro che avevano dormito, che invece ricordavano con maggiore chiarezza le medesime scene.
In pratica è come se i ricordi delle persone che avevano dormito per 12 ore erano paragonabili a quelli di coloro che avevano risposto alle domande nei 30 minuti successivi alla prima visione.

La coordinatrice della ricerca, Jessica Payne, spiega che una buona qualità del sonno aiuta il cervello a selezionare i ricordi da conservare e quelli da scartare: saranno prescelti solo i più importanti dal punto vista emotivo.

Questa studio va oltre la conoscenza odierna sul fatto che il sonno consolidi le procedure operative per evidenziare una relazione tra il sonno e i ricordi legati alle emozioni.



Gli esperti spiegano che questo processo potrebbe essere lo stesso che sta alla base della memoria selettiva: per tale motivo la vittima di un’aggressione ricorda spesso l’arma del crimine ma conserva solo vaghi ricordi dei particolari della scena.

http://www.blogscienze.com/unaccurata-cernita-dei-ricordi-durante-il-sonno/20080819

Medicina/ I succhi di frutta riducono l'efficacia di farmaci

Medicina/ I succhi di frutta riducono l'efficacia di farmaci
Il sorprendente studio di una equipe di ricercatori canadesi
postato 14 ore fa da APCOM

New York, 20 ago. (Apcom) - Il succo di pompelmo? Pericolosissimo, altro che vitamina C. Per non parlare del succo di arancia e del succo di mela. Secondo un gruppo di ricercatori canadesi i succhi ridurrebbero l'assorbimento di numerosi farmaci vanificandone in gran parte l'efficacia, e li renderebbero addirittura tossici. L'esito della ricerca è stato pubblicato e presentato a Filadelfia, nell'ambito di un simposio dell'American Chemical Society.

Il consiglio è di evitare di bere i succhi di frutta qualora per pazienti che siano sottoposti a trattamento contro il cancro, affetti da malattie cardiovascolari, infezioni. I succhi di frutta intralcerebbero addirittura il trapianto di organi. Tra i farmaci ci sono comuni antibiotici, come la criprofloxacina.

"Abbiamo scoperto che i succhi di pompelmo, arancia e mela riducono l'assorbimento dei farmaci nel tratto intestinale - ha spiegato David Bailey, docente di farmacologia clinica presso l'università Western Ontario, in Canada - il pericolo di tale perdita di efficacia può essere estremamente serio".

http://notizie.alice.it/notizie/scienze_e_tecnologie/2008/08_agosto/20/medicina_i_succhi_di_frutta_riducono_l_efficacia_di_farmaci,15790263.html

venerdì 8 agosto 2008

DIABETE-I BROCCOLI CONTRASTANO I DANNI DEL DIABETE

Broccoli, l’”arma” che a tavola contrasta i danni del diabete
Una ricerca condotta da studiosi della University of Warwick e riportata su Journal of Diabetes rivela che mangiare verdura e

broccoli in particolare potrebbe curare i danni causati dal diabete ai vasi sanguigni del cuore.



Il segreto sarebbe in un composto che si trova nei broccoli, il sulforafano. Questo stimola la produzione di enzimi

che proteggono i vasi sanguigni e riduce le molecole che causano gravi danni alle cellule.

Era già risaputo che le verdure della famiglia delle crucifere, cui appartengono anche i broccoli,

apportano notevoli benefici all’organismo tanto che i consumatori abituali hanno un rischio inferiore di infarto e ictus.
I pazienti diabetici hanno un rischio cinque volte maggiore delle persone sane di sviluppare malattie cardiovascolari, a causa dei danni ai vasi sanguigni.

I ricercatori hanno dimostrato che il sulforafano induce una riduzione del 73% di una particolare molecola conosciuta

come ROS (Reactive Oxygen Species). I ROS sono molecole instabili di ossigeno, innescate nell’organismo da un certo numero

di fattori ambientali e di abitudini igieniche. L’iperglicemia, una condizione tipica del diabete, può provocare l’innalzamento

dei livelli del ROS anche di tre volte sopra la norma. L’integrazione di broccoli nella dieta può quindi avere un effetto

benefico per i pazienti affetti da diabete in quanto contrasta l’innalzamento dei livelli del ROS.

http://www.blogscienze.com/broccoli-larma-che-a-tavola-contrasta-i-danni-del-diabete/20080807

lunedì 4 agosto 2008

ESTATE-MARE-RISCHIO OTITE

Occhio alle orecchie

Paolo Giorgi *


Tempo d'estate. Di mare. E di otiti. Milioni di italiani fanno il bagno incuranti dei rischi per le orecchie. Il professor Gaetano Paludetti, direttore dell'Istituto di Clinica Otorinolaringoiatrica del Policlinico Gemelli, lancia l'allarme: "D'estate aumentano le otiti esterne, con dermatiti, foruncoli, infiammazioni


I pazienti si lamentano del dolore e del prurito". Colpa dell'acqua, o meglio della sporcizia che c'è ormai in quasi tutti i mari. "Facendo il bagno - spiega Paludetti - si viene a contatto con batteri, funghi, stafilococchi e sostanze inquinanti che entrano nelle orecchie, una delle zone più indifese e a rischio, e lì ristagnano creando infezioni superficiali". I batteri trovano nell'orecchio una casa ideale: l'acqua resta nelle cavità molto più a lungo, si insinua nelle deviazioni del condotto uditivo, e le infezioni hanno modo di prosperare, anche perché la pelle "in umido" è soggetta a macerazione più rapida, ed è più fragile.
"Intendiamoci - precisa Paludetti - a questo livello non è grave per l'udito, perché l'infezione è esterna. Però è dolorosa, dà fitte acute". Il rimedio? La rinuncia al mare e un antibiotico locale. Ma l'ideale è la prevenzione: "Bisogna sempre asciugare bene le orecchie - specifica l'otorino - e far uscire l'acqua quando si ha la sensazione che sia rimasta nei condotti. Magari risciacquando con acqua potabile a temperatura ambiente. Per chi è più predisposto, sarebbe il caso di ungersi l'interno delle orecchie con olio d'oliva o vaselina. I tappi possono avere effetti traumatizzanti e non garantiscono l'impermeabilità. È sempre bene, comunque, fare un controllo dall'otorino prima di partire".
Occhio alle orecchie, dunque. Specie per i più piccoli, che si avventurano in lunghe ore di bagno senza badare a doloretti, premessa di qualcosa di più serio. E non basta scegliere acque pulite: sotto accusa anche le piscine, "dove spesso l'acqua è più sporca che al mare". Ma anche i mari esotici, paradossalmente troppo puliti: "Esistono forme di plancton atipici - avverte Paludetti - che proliferano nei mari del sud, e che sono terribili per le nostre orecchie 'occidentali', non abituate a questi microrganismi". Ma se le infezioni esterne sono solo dolorose, quelle più interne, causate da immersioni temerarie, possono portare fino allo sfondamento del timpano. "Se non si ha la capacità di compensare a dovere - spiega l'esperto - l'orecchio entra in crisi, c'e' un problema di pressione. Si arriva allora al barotrauma, con la formazione di cerume all'interno che dà dolore e anche un momentaneo calo di udito". Allora, se si sente dolore sott'acqua, è tassativo uscire subito. "Con la pressione crescente gli ossicini interni penetrano sempre più nella chiocciola, insistendo sul nervo acustico e causando danni spesso irreversibili. Come il timpano perforato, che tra l'altro comporta un grave rischio sott'acqua, visto che si perde l'orientamento e si rischia di annegare". Non sono esenti dal rischio neanche i seni paranasali, che possono soffrire molto la pressione: rottura dei capillari della mucosa, stravaso di sangue nei seni, emorragie dal naso, i poco gradi effetti della sinusite barotraumatica. Un parziale rimedio può essere l'assunzione prima dell'immersione di blandi farmaci vasocostrittori nel naso insieme agli antistaminici. «Niente bagno se si è raffreddati - avverte però Paludetti - e niente aereo. Se si è costretti a volare, cortisone e antistaminici a portata di mano". Sott'acqua, conclude l'otorino, "non bisogna scherzare. Lo dico soprattutto ai più giovani, ai bambini, e ai sub della domenica. L'orecchio è un organo delicatissimo".
* Agi Salute
http://iltempo.ilsole24ore.com/2008/08/04/910687-occhio_alle_orecchie.shtml

sabato 2 agosto 2008

MEDICINA-ALZHEIMER-SCOPERTO NUOVO FARMACO

"Un colorante curerà l'Alzheimer"




Nuovo farmaco scoperto in Scozia: fermerebbe la progressione della malattia


MATTIA B. BAGNOLI

LONDRA
Nella battaglia contro l’Alzheimer la Gran Bretagna segna un punto importante. La nuova speranza per i malati affetti dalla sindrome di demenza acuta si chiama Rember, una rivoluzionaria medicina messa a punto dalla TauRx Therapeutics e testata dai ricercatori dell’università di Aberdeen, Scozia. Presentata a Chicago nell’ambito della Conferenza Internazionale sull’Alzheimer, la sostanza - provata su 321 pazienti - ha dimostrato, paragonata ad altri trattamenti, di poter ridurre di oltre 80 punti percentuali la progressione della malattia.

Nonostante la terapia messa appunto dagli scienziati britannici non faccia regredire il male ma lo stabilizzi, «Rember» appare come la scoperta più importante dal 1907, anno in cui lo psichiatra tedesco Alois Alzheimer individuò il morbo che porta il suo nome. Se i test necessari a rendere commerciabile la «pillola delle meraviglie» avranno successo, Rember potrebbe raggiungere il mercato già nel 2012. «È la prima volta che una medicina si dimostra effettivamente capace di migliorare la condizione di chi è affetto da questa malattia», ha commentato il dottor Clive Ballard, ricercatore capo dell’Alzheimer Society.

«È un risultato senza precedenti - ha spiegato Claude Wischik, l’autore della scoperta e co-fondatore della TauRx Therapeutics -. Siamo stati capaci di dimostrare che è possibile arrestare la progressione della malattia agendo sugli aggregati proteici responsabili della degenerazione cellulare». Il trattamento sviluppato da Wischik attacca direttamente la proteina Tau, la responsabile dei vuoti di memoria cronici che caratterizzano la malattia.

E come spesso accaduto nelle invenzioni, Rember è stata scoperta per caso. Il principio attivo che sta alla base del medicinale, la metiltionina cloruro, è normalmente usato come colorante chimico. Il professor Wischik, però, si è reso conto che distrugge la proteina Tau versandone qualche goccia, in modo accidentale, in un campione su cui stava lavorando. Da qui l’idea di usarla per sconfiggere l’Alzheimer. «Abbiamo compiuto delle analisi - ha spiegato Wischik - sugli effetti della medicina a 24 settimane dall’inizio della terapia e a 50 settimane: i risultati sono due volte e mezzo migliori di quelli ottenuti da altri trattamenti». I ricercatori stanno già cercando di capire se Rember può anche prevenire, oltre che curare, la malattia. La svolta, dunque, c’è, è significativa, ma potrebbe essere troppo presto per cantare vittoria: la sperimentazione, infatti, è stata condotta su pazienti affetti da Alzheimer a un livello «moderato». Non ci sono quindi dati disponibili per capire se anche i malati in stato avanzato potranno beneficiare della medicina.

«Nei test preliminari Rember ha ridotto la riduzione di pressione sanguigna in quelle parti del cervello che sono importanti per la memoria - ha sottolineato Rebecca Wood, direttrice dell’Alzheimer Research Trust, l’associazione britannica che raccoglie i fondi per la ricerca sulla malattia -. Ora abbiamo bisogno di nuovi controlli per accertare che non ci siano effetti collaterali». Wood ha però sottolineato come la sperimentazione sia stata finanziata da una casa farmaceutica. Come dire: una sconfitta del pubblico nei confronti del privato.

Con tutti i se e i ma del caso, Rember funziona e chi ha fatto da cavia oggi ringrazia. A Jimmy Hardie, 72 anni, l’Alzheimer venne diagnosticato tre anni fa: buchi di memoria, repentini cambi d’umore, incapacità di gestire le azioni quotidiane. «Ora riesce a pianificare la sua giornata, e se va nel casotto degli attrezzi per qualche lavoretto non ha più bisogno di chiedere aiuto e si ricorda cosa deve fare», ha spiegato la moglie Dorothy, 69 anni ed ex infermiera.



+ "Potrebbe essere la chiave giusta"

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=38&ID_articolo=868&ID_sezione=243&sezione=News

venerdì 1 agosto 2008

MEDICINA-SCLEROSI-STAMINALI DA CELLULE DELLA PELLE

1 Agosto 2008
AMERICHE - USA
Neuroni motori dalla pelle per trattare la Sla

A partire da cellule di pelle di due pazienti con sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono state create per la prima volta cellule staminali simili a quelle embrionali. Per uno dei pazienti, poi, le staminali sono state trasformate in neuroni motori identici a quelli del malato. Un giorno questa procedura potrebbe portare alla produzione di cellule terapeutiche su misura del paziente per curare la sua malattia. Ma per ora il risultato, ottenuto da scienziati della Harvard e della Columbia University rispettivamente a Boston e New York, per quanto importantissimo perche' mai prima d'ora erano state create staminali su misura del singolo paziente da cellule di pelle, non ha applicazioni cliniche immediate.
Diretti da Kevin Eggan dell'istituto Harvard Stem Cell a Boston, gli esperimenti sono stati resi noti sulla rivista Science. Un'applicazione immediata del lavoro pero' c'e': centinaia di milioni di cellule nervose identiche a quelle del paziente potranno essere cosi' prodotte ed usate per studiare la malattia e testare farmaci oggetto di ricerca.
La SLA e' una grave malattia neurodegenerativa che colpisce i neuroni motori e porta il paziente alla paralisi e nella maggior parte dei casi alla morte in pochi anni dalla comparsa dei primi sintomi. E' solo di pochi mesi fa il grosso successo scientifico che ha portato alla creazione di staminali umane simili a quelle di un embrione ottenute riprogrammando geneticamente normalissime cellule adulte di pelle prese dalla cute di soggetti sani. Si disse allora che queste 'staminali etiche', perche' ottenibili senza sacrificare embrioni, sarebbero state decisive per la messa a punto di terapie cellulari su misura del paziente.
I ricercatori Usa hanno dato un primissimo saggio di questa possibilita': da pelle di due anziani pazienti con SLA hanno estratto cellule adulte e le hanno poi riprogrammate ottenendone delle staminali. Poi le staminali di uno dei due pazienti sono state coltivate in provetta e indotte da un cocktail di fattori di crescita a trasformarsi in neuroni motori. Un giorno questi neuroni motori potrebbero divenire la base di una cura personalizzata, ma gia' da ora serviranno a studiare a fondo la malattia e testare farmaci, cosa finora impossibile per la difficolta' di reperire neuroni motori dei malati da studiare.

"Per chi studia la Sla uno dei problemi piu' seri si chiama campione: i modelli animali in quanto tali hanno dei limiti e non si possono certo prelevare i motoneuroni ai pazienti mentre sono vivi! Inoltre, gli studi effettuati post mortem sono complessi e poco affidabili. Lo studio di Eggan apre prospettive decisamente interessanti in questo senso". A parlare e' Maria Teresa Carri', ricercatrice finanziata da Telethon che da molti anni studia la sclerosi laterale amiotrofica. "Riuscire a far 'tornare indietro' le cellule della pelle fino allo stadio indifferenziato e poi reindirizzarle verso i motoneuroni fornirebbe a noi ricercatori uno strumento formidabile: potremmo infatti studiare gli esordi della malattia, quando ancora si puo' pensare di intervenire". A proposito di un utilizzo in terapia, Carri' aggiunge: "non e' pensabile trapiantare direttamente i motoneuroni nei pazienti, perche' queste cellule non sono affatto maneggevoli. Basti pensare che il loro assone - la porzione della cellula che va dal midollo al muscolo - puo' essere lunga anche mezzo metro. Molto piu' interessante, invece, pensare di usare la metodologia messa in luce dai ricercatori americani".



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