domenica 22 febbraio 2009

IN PIAZZA QUELLI CHE VOGLIONO LA SOSPENSIONE DELL’ALIMENTAZIONE E IDRATAZIONE!

IN PIAZZA QUELLI CHE VOGLIONO LA SOSPENSIONE DELL’ALIMENTAZIONE E IDRATAZIONE!
CENTRO SOLIDARIETA' SOCIALE
21 FEBBRAIO 2009 IN PIAZZA COLORO CHE SI OPPONGONO AL DECRETO LEGGE
CHE VIETA LA SOSPENSIONE DELL'ALIMENTAZIONE E DELL'IDRATAZIONE NEL TESTAMENTO BIOLOGICO.
IN PRATICA SCENDONO IN PIAZZA COLORO CHE SONO FAVOREVOLI A FAR MORIRE I MALATI E GLI INVALIDI
NELLA STESSA MANIERA DI TERRY SCHIAVO ED ELUANA ENGLARO FATTE MORIRE SPIETATAMENTE
DI FAME E DI SETE.


http://groups.google.com/group/centro-di-solidarieta-cristiana?hl=it

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La manifestazione “Sì al testamento biologico, no alla tortura di Stato” è confermata domani con inizio alle 15 a piazza Farnese a Roma.
Alle 17/17.30 interverrà per collegamento telefonico Beppino Englaro. Dal palco interverranno Mina Welby, il decano della facoltà teologica valdese Daniele Garrone, dom Giovanni Franzoni per le comunità cristiane di base, Dacia Maraini, Lidia Ravera, il direttore del Manifesto Gabriele Polo, un medico impegnato nelle cure palliative per i malati terminali, Emma Bonino, e alcuni dei promotori dell’appello che è all’origine della manifestazione: Andrea Camilleri, Furio Colombo, Paolo Flores d’Arcais, Pancho Pardi e Stefano Rodotà.

Italia dei valori, Rifondazione comunista, Sinistra democratica, Partito radicale, hanno aderito alla manifestazione invitando i loro militanti a partecipare, ma senza bandiere di partito, come chiesto dagli organizzatori.

L’Italia dei valori ha messo a disposizione le sue strutture tecniche e tutte le sue risorse per la realizzazione del palco e i problemi logistici e organizzativi, e Antonio Di Pietro sarà presente ma ha chiesto di non prendere la parola, proprio in nome dello spirito di servizio verso una iniziativa autonoma della società civile con cui il suo partito ha fornito il suo apporto.

(20 febbraio 2009)
Sì alla vita, no alla tortura di stato
21 preti aderiscono alla manifestazione di piazza Farnese
Hanno aderito alla manifestazione del 21 febbraio numerosi preti della Chiesa cattolica. Ne diamo un primo elenco, a dimostrazione che è solo la Chiesa gerarchica, non la Chiesa in quanto tale, impegnata nell’imporre una legge che toglie ai cittadini la loro vita e il diritto di decidere di fronte alla malattia terminale.

don Franco Barbero (Pinerolo), don Vitaliano della Sala (Sant’Angelo a Scala, Avellino), don Paolo Farinella (Genova), don Enzo Mazzi (Firenze), don Raffaele Garofalo (Pacentro, l’Aquila), don Carlo Carlevaris (Torino), padre Nino Fasullo (Palermo), dom Giovanni Franzoni (Roma), don Angelo Bertucci (Rovereto), don Mario Signorelli (Bergamo), don Roberto Fiorini (Mantova), don Luigi Forigo (Verona), don Gianni Alessandria (Mantova), don Aldo Antonelli (Antrosano, l’Aquila), don Nicola De Blasio (Benevento), don Angelo Cassano (Bari), padre Pierangelo Marchi (Caserta), don Renzo Fanfani (Firenze), padre Benito Maria Fusco (Bologna), don Andrea Gallo (Genova), don Alessandro Santoro (Firenze)

(16 febbraio 2009)



Altrachiesa
21 febbraio, l’adesione di Maria Bonafede (pastora valdese) e Daniele Garrone (teologo valdese)

Maria Bonafede, pastora valdese, e Daniele Garrone, Decano della Facoltà valdese di teologia di Roma, hanno dato la loro adesione alla manifestazione "Sì alla vita, no alla tortura di Stato", che si svolgerà sabato 21 febbraio a Roma in piazza Farnese.
Daniele Garrone, che prenderà anche la parola dal palco, ha rilasciato a MicroMega la seguente dichiarazione:
"Aderisco alla manifestazione del 21 febbraio perché non voglio che il diritto di rifiutare cure mediche – come sono ad es. l’alimentazione e l’idratazione forzata – sancito dalla Costituzione sia piegato ad una particolare concezione religiosa che invece pretende di valere come norma, fondamento e Verità per tutti. Sostengo che questa mia/nostra rivendicazione è più giusta di quella del cosiddetto “popolo della vita” e delle gerarchie romane, perché la libertà che io rivendico per me non coarta quella altrui di decidere per se in senso opposto, mentre la posizione cosiddetta della Vita obbliga me ed altri a vivere e morire come altri ha sancito, al posto mio, in nome della sua verità. Come credente voglio vivere e morire sottomesso solo al mio Signore, che non mi inchioda ad un legge, ma mi dona la sua compassione, e voglio camminare con la schiena dritta e a testa alta, cioè da adulto responsabile, di fronte a chi vuole legiferare anche per me, e che in nome di Dio si erge a mio tutore."

(20 febbraio 2009)


Noi Siamo Chiesa aderisce alla manifestazione e attacca la Chiesa oltranzista delle gerarchie

Cari amici promotori della manifestazione di Piazza Farnese,
grazie per avere preso questa iniziativa.
Il clamore mediatico di queste settimane ha paradossalmente ostacolato la conoscenza del fatto che, nel tessuto diffuso del mondo cattolico, esiste un reale disagio sulla esagitata campagna delle gerarchie ecclesiastiche sul caso Englaro e ora sul testamento biologico.Tra i credenti questa campagna è stata gestita dall’ala fondamentalista, mentre molto larga, ma troppo silente, è stata la richiesta di “silenzio e preghiera” ed un’altra componente, quella a cui apparteniamo, ha esplicitamente richiesto che Eluana riposasse in pace e che prevalessero, insieme alle sentenze della magistratura, il buonsenso e la carità cristiana.
Il nostro atteggiamento in questo caso (non sempre in altri) si fonda su posizioni ecclesiali che dovrebbero essere del tutto acquisite (come quelle, ormai ben note, contenute nel cap.2278 del Catechismo ufficiale della Chiesa) e su testi inequivocabili del Concilio Vaticano II che “onora come sacra la dignità della coscienza e la sua libera decisione” (“Gaudium et Spes” cap. 41).
L’ideologia oltranzista, che ora è prevalsa, si rifà alla cultura del “sabato” che Gesù deplorava (Mc 2,27 “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!”).

Il progetto di legge sul testamento biologico, che è ora in discussione, non rispetta la funzione del medico, che deve essere sempre amico e collaboratore del malato ma non suo controllore o padrone, che deve occuparsi di tutelare la vita ma non accanirsi, oltre ogni logica, per la vita. La dichiarazione di fine vita viene burocratizzata fino a diventare quasi impossibile; soprattutto non viene rispettato quanto dice l’art. 32 della Costituzione. Per quanto riguarda l’alimentazione e l’idratazione, perché accettare questa invadenza della medicina e della tecnologia oltre ogni limite nei confronti di chi, per volere della Provvidenza (o del destino) è giunto alla fine del suo percorso e, per noi credenti, un altro lo attende, più sereno e più felice ? Perché usare il termine “eutanasia” quando di altro si sta parlando, cioè di accanimento ?

Perché poi continuare in una contrapposizione tra l’identità “cattolica” che, da sola e sempre, difenderebbe la vita e quella “laica” che spregiudicatamente sarebbe disposta a facili cedimenti etici? Tutti i credenti, senza erigersi a maestri dovrebbero offrire a tutti la ricchezza della loro vita spirituale e della loro sensibilità morale per dialogare sui problemi della vita e della morte come si pongono ora e per cercare insieme le risposte delle istituzioni a problemi nuovi e complessi che la scienza pone oggi all’inizio del terzo millennio.

Cari amici, sulle questioni che riguardano più specificatamente i tentativi di mettere in discussione la Costituzione, siamo del tutto d’accordo con l’appello per sabato: è necessaria una nuova fase di Resistenza che coinvolga tutte le forze sane e democratiche del paese. Abbiamo già resistito altre volte in questi ultimi anni. Ce la faremo ancora.

Con ogni amicizia per “Noi Siamo Chiesa”
Vittorio Bellavite, portavoce
Roma 18 febbraio 2009
www.noisiamochiesa.org

(18 febbraio 2009)

http://temi.repubblica.it/micromega-online/17-sacerdoti-aderiscono-alla-manifestazione-di-piazza-farnese/

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