Nuovi orizzonti per la cura di cuore e muscoli con le cellule staminali
15/12/2008
Presentata a Roma una ricerca che apre la via per consentire alle staminali di autoriparare il cuore; un nome italiano dietro lo studio che consente ad una sola staminale di riparare i muscoli
Quasi in contemporanea, dal sessantanovesimo Congresso della Società Italiana di Cardiologia in corso a Roma e dal Meeting Annuale della American Society for Cell Biology (ASCB) in corso a San Francisco, vengono novità importanti sull’utilizzazione delle cellule staminali.
Il cuore colpito da infarto si potrà riparare da solo.
Uno studio italiano ha scoperto come rieducare le cellule staminali cardiache a riparare il cuore danneggiato e le sperimentazioni sono incoraggianti. Infatti, le cellule staminali svolgono il delicato compito di aggiustare il muscolo cardiaco ma dopo un infarto le cellule non riescono più ad assicurare questa preziosa auto-riparazione.
Studiosi italiani, dell'Università La Sapienza di Roma e del Laboratorio di Biologia Molecolare Europeo (EMBL) di Monterotondo, hanno scoperto perchè le cellule smettono di funzionare correttamente ma anche, questa è un'eccezionale novità, hanno capito come metterle nelle condizioni di riparare il danno.
L'infarto, o il danno cardiaco, provoca un ambiente ostile all'attività normale delle cellule staminali. Modificando l'ambiente subito dopo l'evento che ha provocato il danno, le cellule staminali possono riprendere la loro corretta funzione.
Si è ricorsi a fattori di crescita da introdurre nel muscolo cardiaco danneggiato.
Le ricerche hanno consentito di individuare un particolare fattore di crescita, il mIGF-1, che si è rivelato idoneo a modificare l’ambiente, attivare le cellule staminali e recuperare efficientemente il danno.
L’mIGF-1 è un fattore normalmente presente nei diversi tessuti dell’organismo, ma in diverse condizioni patologiche la sua funzione viene a mancare. Ecco perché è necessario introdurlo dall’esterno. Al momento queste scoperte hanno dato risultati molto incoraggianti su modelli animali.
"E’ una scoperta veramente molto importante - dice Francesco Fedele, Direttore del Dipartimento di Cardiologia dell’Università La Sapienza di Roma e presidente della Società Italiana di Cardiologia - perché apre una via nuova e fortemente innovativa soprattutto per un utilizzo ‘intelligente’ delle cellule staminali.
Questa Ricerca sottolinea come le nuove tecnologie, vedi la Risonanza Magnetica, debbano essere impiegate per caratterizzare il tessuto dopo l’infarto o per mettere in evidenza eventuali condizioni ambientali favorevoli o non favorevoli. Il nostro augurio è che presto le ricerche possano passare dal laboratorio al letto del paziente".
Una sola cellula staminale adulta dei muscoli è in grado, una volta inserita all'interno di un muscolo malato, di riprodurre tutta una 'famiglia’ di cellule e ripristinare la funzionalità muscolare persa. La dimostrazione arriva per la prima volta in uno studio su topolini diretto da Alessandra Sacco della Stanford University.
Nel muscolo di una gamba, privato delle proprie cellule staminali muscolari e danneggiato irreversibilmente, la singola cellula staminale adulta 'attecchisce’ e si moltiplica, ripristinando la funzione muscolare.
Lo studio è stato presentato al Meeting Annuale della American Society for Cell Biology (ASCB) in corso a San Francisco. Le staminali del muscolo sono le cosiddette cellule satellite, normalmente entrano in azione quando un tessuto muscolare viene lesionato e lo riparano.
In molte malattie degenerative del muscolo però questa 'cura naturale’ viene a mancare e le fibre muscolari pian piano si degradano.
http://www.iltamtam.it/ArticleDetail.aspx?articleId=10636
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