
OGGI 56ESIMA GIORNATA MONDIALE DELLA LEBBRA
(AGI) - Roma, 25 gen. - Circa 700 persone si ammalano ogni giorno, 254.525 sono i casi registrati nel mondo nel 2007. Oggi, per la cinquantaseiesima volta, ricorre la Giornata mondiale dedicata ai malati di lebbra, una malattia ormai curabile grazie a farmaci antibiotici ma che continua a colpire: in realta' nessuno puo' dire esattamente quanti ne siano gli afflitti nel mondo. Di fatto, quando si avviano piani di ricerca di casi di lebbra in aree poco raggiungibili, si continuano a scoprire numerose persone affette. Tra loro la percentuale dei bambini rimane alta e questo indica un alto livello d'infezione. Anche se la lebbra e' al giorno d'oggi perfettamente curabile, tuttora le si accompagna spesso un pesante stigma sociale che vede le persone che ne sono state affette, anche se guarite completamente, come 'diverse' e socialmente emarginate. Il bacillo, inizialmente, distrugge i nervi periferici provocando insensibilita'; a causa di cio' vengono quindi danneggiati i tessuti rendendo cosi' inevitabili le mutilazioni. Se non trattata, provoca danni progressivi e permanenti a pelle, nervi, arti ed occhi. L'hanseniasi (formula invalsa come politicamente corretta per definire la lebbra) e' diffusa essenzialmente in quella che viene definita la cintura della poverta', area in cui vivono un miliardo e 300 milioni di persone dal reddito pro capite di meno di un euro al giorno. La lebbra, ignorata dai mass media occidentali, rimane il simbolo della condizione di estrema poverta' e della mancanza dei piu' banali diritti sanitari e sociali in cui si trova gran parte del genere umano. La 56a Giornata mondiale dei malati di lebbra e' in particolare dedicata all' India, il paese che registra il piu' alto numero di nuovi casi ogni anno. Quello di oggi e' un appuntamento internazionale, un momento di solidarieta' che si rinnova ormai da piu' di cinquant'anni:la Gioranta fu voluta nel 1954 da Raoul Follereau, scrittore, poeta e giornalista francese che per il suo impegno nella lotta alla malattia fu definito 'apostolo dei malati di lebbra'.
http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200901251536-hpg-rsa0002-art.html
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