martedì 6 maggio 2008

OBESITA' E DIABETE: RADICI NEL DNA

Obesità e diabete: radici nel DNA
Due i geni responsabili

Lo scorso aprile gli studiosi hanno indicato in un gene chiamato Fto il principale responsabile dell'obesità. Oggi si scopre che questo piccolo nemico della linea ha almeno un complice, sempre nel DNA: questo secondo gene si chiama Mc4r. Le varianti “cattive” di questi due geni insieme sono responsabili in media di 3,8 chili di aumento di peso. Lo ha scoperto uno studio internazionale condotto su oltre 90mila soggetti, che ha coinvolto 77 istituzioni di Inghilterra, Usa, Francia, Germania, Italia, Finlandia e Svezia. (per l'Italia ha partecipato l'Istituto di neurogenetica e neurofarmacologia del Cnr di Cagliari).

Nel corso dello studio, pubblicato da “Nature Genetics”, i diversi istituti hanno cercato nella popolazione i geni ricorrenti legati all'aumento di peso. Il “colpevole” è stato così individuato nel segmento di Dna che esprime la proteina chiamata appunto Mc4r, di cui sono state trovate diverse varianti, alcune delle quali legate a forme di obesità molto gravi. In tutti i casi il nuovo gene e il già noto Fto hanno mostrato di lavorare bene insieme, e di dar luogo a effetti particolarmente negativi.




“Dobbiamo ancora scoprire come funzionano esattamente i due geni – spiegano gli esperti del Wellcome Trust Sanger Institute di Londra - ma questo è un passo fondamentale per capire come intervenire dal punto di vista biologico”. Lo studio ha anche dimostrato che le varianti cattive sono più comuni in chi ha antenati asiatici rispetto agli europei, anche se tra gli inglesi sono presenti in circa il 50% della popolazione. Nel nuovo studio i ricercatori, guidati da Mark McCarthy, hanno visto che i soggetti più sfortunati, portatori delle varianti di entrambi i geni, guadagnano sulla bilancia, in media, ben 3,8 chili in più. Se la cava meglio, ma non troppo, chi presenta solo la variante individuata di recente: per lui, infatti, la bilancia segna “solo” 1,5/2 chili in più. Comunque, anche da solo, l'Mc4r ha mostrato di essere responsabile di almeno due centimetri di giro-vita in più e soprattutto dell'aumento della resistenza all'insulina, da cui consegue il diabete di tipo 2.

''Ovviamente non si può cambiare la predisposizione genetica alle malattie - scrivono gli esperti - ma conoscendo i soggetti a rischio si possono far adottare stili di vita più sani e sviluppare farmaci specifici”.



http://www.tgcom.mediaset.it/tgmagazine/articoli/articolo412136.shtml

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